In questo secondo articolo, approfondiamo i vari passaggi che possono avvenire durante un’ispezione del lavoro fino ad arrivare alla sua conclusione.
Come si svolgono le ispezioni del lavoro?
Dopo aver fornito le informazioni salienti sui confini all’interno dei quali personale ispettivo e soggetto ispezionato si possono “muovere” durante una ispezione di lavoro, analizziamo le attività che gli organi preposti svolgono durante l’accesso ispettivo esercitando il cosiddetto potere di accertamento.
L’identificazione dei soggetti presenti all’ispezione del lavoro
Tale attività consiste nell’identificare tutti i soggetti (lavoratori e non), presenti sul luogo di lavoro, richiedendo l’esibizione di idoneo documento di identità.
Oltre alla identificazione, gli ispettori sono tenuti a verbalizzare con precisione l’attività e quindi la mansione che i lavoratori svolgevano al momento dell’accesso, facendo esplicito riferimento all’abbigliamento di lavoro, ad eventuali cartellini di identificazione o dispositivi di protezione individuali indossati, alle attrezzature, strumenti o macchine utilizzate per svolgere la prestazione lavorativa.
Attraverso la suddetta descrizione è poi possibile, effettuati i necessari riscontri, identificare eventuali lavoratori in nero o errati inquadramenti di lavoratori assunti, formalmente inquadrati con una mansione ma nei fatti trovati a svolgerne una diversa.
Acquisizione delle dichiarazioni dei lavoratori
Una volta individuati i lavoratori, gli ispettori procedono all’acquisizione delle loro dichiarazioni ponendo agli stessi domande chiare e comprensibili, riportando le risposte in modo chiaro e leggibile nell’apposito verbale di acquisizione della dichiarazione.
Le risposte dunque dovrebbero costituire una mera trascrizione delle effettive dichiarazioni dei lavoratori.
Il personale ispettivo, nel porre domande e acquisire le dichiarazioni, deve instaurare un clima psicologico positivo e collaborativo, evitando che il lavoratore si senta in soggezione: l’ispettore dovrebbe quindi evitare di esprimersi con modalità che possano essere percepite come intimidatorie dal datore di lavoro e dai lavoratori.
Non vi dovrebbero essere quindi domande suggestive né tantomeno gli ispettori dovrebbero perseguire risposte “indotte”.
La circostanza dell’eventuale rifiuto del lavoratore a rispondere alle domande o di sottoscrivere il verbale va riportata nello stesso indicandone anche le motivazioni.
Al termine della fase di acquisizione, l’ispettore verbalizzante è tenuto a dare lettura della dichiarazione al lavoratore affinché quest’ultimo ne confermi il contenuto o rilevi eventuali correzioni e infine proceda a sottoscriverlo secondo la formula di prassi “letto, confermato e sottoscritto” (cfr. Art. 12 CdC).
Nel caso di lavoratori stranieri alcune difficoltà potrebbero sorgere in merito alla comprensione della lingua.
In tal caso, l’ispettore dovreb