Il DURC può essere richiesto dalle aziende sequestrate o confiscate e sottoposte ad amministrazione giudiziaria: lo prevede direttamente il D.Lgs. 72/2018 e lo ribadisce l’Istituto previdenziale con un recente messaggio. E infatti sul tema, già oggetto di una Circolare esplicativa di alcuni punti emanata dal Ministero del Lavoro, è ritornato l’INPS a chiarire specifici dettagli concernenti la regolarità contributiva di tali imprese, la quale deve essere considerata come posteriore alla data di approvazione del programma di prosecuzione o di ripresa dell’attività dell’impresa sequestrata o confiscata, e sottoposta ad amministrazione giudiziaria.
Tutele per i Lavoratori di Aziende Sequestrate o Confiscate
La Legge n. 161 del 17 ottobre 2017 ha introdotto modifiche al Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, oltre che modifiche al Codice Penale e alle norme di attuazione, coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni.
Essa inoltre ha fornito una delega al Governo per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate e confiscate: tale delega è stata attuata con il D.Lgs. n. 72/2018, allo scopo di:
- tutelare i lavoratori assunti in imprese che sono state sequestrate e confiscate e che sono sottoposte ad amministrazione giudiziaria,
- favorire, al contempo, l’emersione del lavoro irregolare,
- contrastare l’intermediazione illecita di manodopera,
- contrastare lo sfruttamento del lavoro,
- garantendo conseguentemente ai lavoratori di tali aziende di poter fruire dell’integrazione salariale e degli ammortizzatori sociali.
Di tale argomento si è occupato di recente anche il Ministero del Lavoro, il quale all’interno della Circolare n. 10 del 6 maggio 2019, chiarisce come funziona la fruizione del trattamento di integrazione salariale nelle imprese sequestrate o confiscate e sottoposte ad ammi