La compensazione delle spese non motivata potrebbe pregiudicare il concreto esercizio del diritto di difesa del contribuente. Nel processo tributario, nel rispetto del principio della soccombenza, colui che ha introdotto il giudizio, che si rivela poi contra ius, è tenuto a rifondere le spese alla controparte
La compensazione delle spese non motivata potrebbe pregiudicare il concreto esercizio del diritto di difesa del contribuente.
Nel processo tributario, nel rispetto del principio della soccombenza, colui che ha introdotto il giudizio, che si rivela poi contra ius, è tenuto a rifondere le spese alla controparte (Cass. n. 25594/2018).
Il legislatore ha rivisto di recente la disciplina delle spese di lite con la riformulazione dell’art. 15 del D. Lgs n. 546/1992, alla luce del D.Lgs n. 156/2015, prevedendo, in particolare, la compensazione delle spese che il giudice deve espressamente motivare.
E’ stata introdotta la c.d. responsabilità aggravata per lite temeraria, rifacendosi all’orientamento della giurisprudenza di legittimità che comunque la ammetteva in virtù del rinvio dell’art. 1 del D. Lgs n. 546/92 alle norme del codice di procedura civile.
In tal senso sovviene l’art. 96, commi primo e terzo, del Cpc che sotto il titolo di responsabilità aggravata prevede due ipotesi per aver agito o resistito in giudizio con mala fede o