Legge di Bilancio 2018, la schizofrenia del fisco italiano

una valutazione estremamente critica dei provvedimenti che sembrano far parte della prossima Legge di Bilancio 2018, sperando che il legislatore sia invece ragionevole negli adempimenti che andrà a proporre

Schizofrenia, come era stato detto

(M.A. Bulgakov, Il Maestro e Margherita)

Commercialista Telematico | Software fiscali, ebook di approfondimento, formulari e videoconferenze accreditateStanno uscendo le prime anticipazioni sulla prossima Legge di Bilancio 2018 e sembra che si vada incontro ad ulteriori complicazioni fiscali per imprese e professionisti: si parla di ampliamento dello split payment, di programmazione della fattura elettronica estesa a tutto il settore business to business dal 2019, ulteriori restrizioni alle compensazioni fiscali con limite che potrebeb scendere a 2500 euro, forse un taglio alle tax expenditures (quindi a sgravi e detrazioni fiscali)…

Non entriamo nel merito delle singole decisioni né dell’impatto che rischiano di avere sul mondo produttivo. Citare le follie della gestione dei nuovi invii di quest’anno dovrebbe far ragionare sull’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica al mondo produttivo italiano fatto di piccole e microimprese spesso prive di organizzazione amministrativa. E devo immaginare che nessun politico e nessun membro dell’amministrazione finanziaria abbia mai provato a gestire una fattura elettronica. Id est…

La questione che lascia perplessi non è la preannunciata lotta all’evasione fiscale, che genera tali provvedimenti che dovrebbero contrastare le pratiche illecite. Si potrebbe obiettare che chi fa il “nero” non emette fattura né cartacea né elettronica, non liquida l’IVA né invia lo spesometro…

Ma se puntiamo alla fattura elettronica generalizzata perchè non aiutare i contribuenti eliminando gli altri adempimenti gravosi (spesometro, reverse charge, split payment…) e le strette sulle compensazioni? Forse il mondo produttivo e professionale si accontenterebbe di provvedimenti ragionevoli e sensati…

La follia è che il provvedimento cardine sarà la riapertura della rottamazione delle cartelle, cioè un condono con nome presentabile (la parola “rottamazione” è parte integrante della nuova retorica politica). La decisione appare assurda, anche perchè la nuova rottamazione sarebbe aperta non solo a chi non ha aderito alla prima, ma anche alle nuove cartelle notificate nella prima parte dell’anno 2017 (sempre in base alle anticipazioni che filtrano).

A questo punto le norme mancano di logica:  che senso ha proporre nuovi strumenti per nuovi controlli e contemporaneamente si propone un condono che riduce sanzioni e interessi? Dopo anni in cui abbiamo avuto due voluntary disclosure, la rottamazione delle cartelle e quella delle liti fiscali pendenti, quando si ripropone una nuova rottamazione delle cartelle (che coinvolgerebbe anche cartelle del 2017) vuol dire cancellare la credibilità del sistema. E’ vero che ci sono nuovi adempimenti ma forse è facile pensare che arriveranno altre rottamazioni (alias condoni) che annulleranno sanzioni e interessi.

Se possiamo ragionare sulle norme antievasione e sulla loro utilità, mettere norme antievasione e condoni nella stessa legge è un comportamento schizofrenico e poco credibile. Forse tutto questo permetterà di fare cassa nel 2018 e di giustificare i provvedimenti espansivi, ma potrebbe danneggiarci nel medio periodo.

Evitiamo qualsiasi commento sulle voci di regolarizzazione dei contanti detenuti “illecitamente” che arriva dopo la nuova normativa antiriciclaggio, ulteriore segno di schizofrenia legislativa.

20 settembre 2017

Woland