In collaborazione con l' Avv. Mauro Parisi e lo Studio Legale VetL.
Entrare nel tunnel dei controlli ispettivi.
Un’immagine ricorrente, un incubo per molti. Tuttavia, non tutto è senza speranza. Le regole dell’ordinamento, se ben lette, offrono garanzie e diritti ai soggetti ispezionati. Per esempio, con riguardo alla prova dei fatti contestati.
E i giudici danno una mano alle aziende…
Del resto, se le regole dell’ordinamento fossero sempre applicate con attenzione, non si cadrebbe in quel fenomeno di troppo estese trasformazioni e disconoscimenti dei rapporti di lavoro. Come nel caso del lavoro a chiamata vietato dalla legge.
Il problema solito, in ogni caso, è quello di difendersi. Con una richiesta di audizione all’autorità competente –vediamo come e a chi- o con un cocktail di ricorsi. E non perché è estate: il mix di memorie salva dal rischio di vedersi fuori nel gioco delle difese.
Certo prima di dovere ricorrere a eventuali ricorsi è sempre utile difendersi: anzi, meglio di tutto farlo subito, già nel corso del controllo ispettivo.
In materia di sicurezza, per esempio, appare più utile che mai una pronta risposta dell’azienda al comparire dei lavoratori. Bastano piccole regole di condotta, per provare a rendere il controllo meno aggressivo.
Attenzione anche alle dichiarazioni agli ispettori di chi lavora: i rischi di parole “sbagliate” sono notevoli.
E se con gli ispettori si rischia ovunque, si rischierà un po’ di meno in Alto-Adige. Con la nuova legge provinciale, infatti, si vogliono creare meno “intralci” ispettivi.
N.B. leggi anche il 4° e il 7° numero della rivista!
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