nella battaglia Fisco-contribuente sui dirigenti illegittimi interviene di nuovo la Cassazione in merito alle deleghe al contenzioso: se il Fisco non prova che l’accertamento è firmato da un funzionario legittimamente delegato, l’atto è nullo!
Se l’ufficio finanziario non prova che l’accertamento è firmato da un funzionario legittimamente delegato, l’atto è nullo.
Quanto precede è contenuto nella recente sent n. 24492/2015 della Cass. in cui viene affermato che gli accertamenti sono nulli tutte le volte che gli avvisi non risultano sottoscritti dal capo dell’ufficio o da un funzionario validamente delegato.
Come è noto la vicenda, giunta ormai al giudice di legittimità, ha riguardato un consistente numero di funzionari (circa 800) a cui è stato conferito un incarico dirigenziale poi prorogato più volte nelò corso del tempo.
Trattasi di incarichi a contratto concessi dall’Agenzia delle entrate senza il superamento di una procedura concorsuale nonché il sistema di assegnazione dei incarichi dirigenziali ai funzionari (ciò che fino a qualche anno fa poteva effettuarsi facendo ricorso all’istituto della cd Reggenza), secondo l’applicazione non conforme alla legge dell’art. 19, c. 6, del D.Lgs. n. 165/2001 secondo cui è possibile assegnare incarichi dirigenziali a funzionari interni, sulla base dl presupposto di essere funzionari.
Gli incarichi in esame sono previsti dall’art. 24 del Regolamento di amministrazione dell’Agenzia delle entrate e hanno consentito il conferimento di incarichi dirigenziali in favore di funzionari non in possesso della relativa qualifica (fino al 2010).
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