Dipendenti pubblici: cosa cambia dopo la legge di stabilità

la Legge di stabilità è intervenuta anche nel campo del pubblico impiego: tetto agli stipendi dei manager, blocco della contrattazione, trattamento di fine servizio

Tetto ai compensi dei manager pubblici

Il tetto dei trattamenti economici per lo stipendio dei manager pubblici, parametrato su quello del primo Presidente della Corte di Cassazione (circa 302 mila euro) viene esteso dai commi 471-474 della Legge di stabilità a chiunque riceva retribuzioni o emolumenti da parte delle finanze pubbliche (incluse Authority e società partecipate).

Blocco della contrattazione

Per il Pubblico Impiego i commi 452 e seguenti sanciscono il blocco della contrattazione a tutto il 2014 (già previsto da un D.P.R. della scorsa estate non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) con estensione alle amministrazioni dell’elenco Istat ed anche alle diverse società in house controllate. Va detto che tale blocco conferma quanto già previsto da un D.P.R. della scorsa estate non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale,

La Legge di stabilità impone inoltre il congelamento dell’indennità di vacanza contrattuale che per il biennio 2013-2014 andrà perduta, rimanendo pertanto nel biennio successivo 2015-2016 ferma ai valori del 2010.

Trattamento di fine servizio

Per i dipendenti pubblici che maturano il diritto di andare in pensione a partire dal prossimo 1 gennaio 2014, si allungano ulteriormente i tempi necessari a incassare la buonuscita, sotto forma di trattamento di fine rapporto o di fine servizio. Ai sensi dei comma 484 e 485, la tranche che verrà erogata il primo anno scende infatti da 90mila a 50mila euro, le quote da 50mila a 100mila euro saranno versate il secondo anno e gli eventuali residui sopra quota 100mila euro andranno in pagamento il terzo anno. La nuova tempistica di pagamento dei trattamenti ai dipendenti pubblici in uscita consentirà allo Stato di procrastinare nel breve termine il pagamento di tali somme, che di conseguenza rimarranno nella disponibilità delle finanze pubbliche per un periodo maggiore di tempo, senza peraltro riconoscere alcun interesse nei confronti del dipendente beneficiario.

15 gennaio 2014

Dott. Fabio Federici