Contabilità: gli assestamenti sulle posizioni finanziarie in valuta: aspetti operativi e contabili

Quantificare la posizione finanziaria netta in valuta a fine esercizio, intesa quest’ultima come differenza tra l’ammontare dei crediti e dei debiti in valuta alla fine dell’esercizio amministrativo, richiede un approccio che parta dalla preliminare distinzione tra:
– crediti di finanziamento in valuta, a medio e lungo termine;
– crediti di funzionamento in valuta a breve temine;
– debiti di funzionamento e di finanziamento in valuta.

Sommario

Quantificare la posizione finanziaria netta in valuta a fine esercizio, intesa quest’ultima come differenza tra l’ammontare dei crediti e dei debiti in valuta alla fine dell’esercizio amministrativo, richiede un approccio che parta dalla preliminare distinzione tra:
– crediti di finanziamento in valuta, a medio e lungo termine;
– crediti di funzionamento in valuta a breve temine;
– debiti di funzionamento e di finanziamento in valuta.
L’articolazione temporale della partita finanziaria in valuta, sarà l’elemento principale di condizionamento della valutazione ed iscrizione della partita in bilancio.

Aspetti generali dei crediti in valuta

La gestione delle problematiche contabili delle imprese che operano con l’estero, è sempre un «banco di prova» per chiunque si occupi di contabilità. Lo è in ragione della necessità di
adeguare il valore dei crediti e dei debiti in valuta al mutare dei tassi di cambio. Certo l’introduzione dell’Euro, ha certamente semplificato il lavoro amministrativo, in relazione
alle operazioni commerciali effettuate sul mercato comunitario e non solo. L’Euro, dunque, si è affermato come valuta di riferimento e questo assicura semplificazioni amministrative,
per coloro che utilizzano tale valuta come moneta di conto.
Problemi diversi devono invece affrontare, le imprese che operano con Paesi che hanno una valuta diversa dall’Euro o con operatori che hanno deciso di utilizzare, per il regolamento
finanziario delle contrattazioni commerciali internazionali, una moneta diversa dall’Euro.

Per i crediti e i debiti in valuta, l’analisi va fatta secondo tre momenti fondamentali, che identificano altrettanti valutazioni delle partite finanziarie in valuta.

Nella pratica amministrativa si parla di:
– cambio storico (o cambio di accertamento ): che è il cambio con il quale si registra il credito in valuta relativo alla fattura emessa o il debito in valuta relativo alla fattura
estera ricevuta. Occorre, a tal fine, utilizzare il cambio del giorno di accertamento del credito o del debito o quello del giorno più prossimo;
– cambio di regolamento finanziario (o cambio di estinzione del credito o del debito in valuta): che è il tasso di cambio al quale procediamo al pagamento del debito o alla
riscossione del credito in valuta;
– cambio di fine esercizio, in base al quale occorre «assestare» il valore dei crediti e dei debiti in valuta da iscrivere in bilancio, secondo le regole indicate nel codice civile
all’art. 2426, punto 8-bis) e nei principi contabili.

Per quanto riguarda le indicazioni fornite dall’OIC, il principio contabile n. 26, come modificato nel corso del 2005, stabilisce una valutazione dei crediti al criterio del presumibile valore di realizzo, confermando così l’impostazione civilistica, per la quale l’iscrizione dei crediti in bilancio deve avvenire, al valore di presumibile incasso e non al valore nominale, previa congrua svalutazione che tenga conto delle caratteristiche qualitative del credito, assunte sulla scorta di un esame individuale delle singole posizioni di credito.

L’assestamento dei conti in valuta secondo il codice civile

Alla fine dell’esercizio può accadere che in relazione ai crediti e debiti in valuta, rispettivamente riscossi o pagati, si sono formati utili e perdite su cambi; mentre… CONTINUA… LEGGI LA VERSIONE INTEGRALE – 7 pagine – NEL PDF QUI SOTTO==>

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