Una semplice casella nel modello Redditi può valere due anni di serenità in più o in meno nei confronti del Fisco. L’opzione per la riduzione dei termini di accertamento, legata alla tracciabilità dei pagamenti sopra i 500 euro, non è un dettaglio formale: la sua omissione può rendere inefficace l’intera agevolazione. Ma un’integrativa può ancora rimettere le cose a posto.
Tra i controlli da effettuare prima dell’invio del modello Redditi, uno di quelli più importanti riguarda la corretta compilazione nel caso in cui il contribuente (soggetto in possesso di partita IVA, quindi sia impresa che professionista), per l’anno di imposta oggetto di dichiarazione, possa fruire della norma (l’articolo 3 del D. Lgs. n. 127/2015) che prevede la riduzione di due anni per la decadenza degli accertamenti, che come noto si applica nel caso in cui il contribuente possa dimostrare la tracciabilità dei pagamenti ricevuti ed effettuati relativi ad operazioni di ammontare superiore a euro 500.
Tale situazione, come sappiamo va comunicata all’Erario, mediante una spunta in una casella del modello Redditi, appositamente prevista.
Tralasciando gli aspetti più generali di essa, che son