Il possesso di immobili non locati può generare effetti fiscali spesso trascurati. Posizione e utilizzo influenzano l’imposizione e le modalità dichiarative. Ecco un approfondimento utile per evitare sorprese e gestire con consapevolezza gli obblighi in dichiarazione. Guida alla compilazione del Quadro RB
Immobili a disposizione e tassazione IRPEF: disciplina, casi particolari e compilazione del Modello Unico 2025
Per unità immobiliari a disposizione si intendono i fabbricati abitativi posseduti in aggiunta a quella utilizzata come abitazione principale del possessore o dei suoi familiari, ovvero in aggiunta a quelle adibite all’esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali da parte degli stessi.
Se tali immobili sono situati nello stesso Comune dell’abitazione principale, ai fini Irpef, la rendita catastale, iscritta o iscrivibile in catasto dello stesso bene immobile rivalutata del 5 per cento ed aumentata di 1/3, concorre alla formazione della base imponibile dell’Irpef e delle relative addizionali nella misura del 50 per cento.
Se l’immobile è posto in Comune diverso da quello dove insiste la “prima casa”, ed è soggetto ad IMU, non si applica la tassazione ai fini dell’Irpef e delle relative addizionali.
Tassazione e dichiarazione ai fini IRPEF degli immobili non locati
L’art. 8, comma 1, D.lgs. 14.03.2013. n. 213, prevede un regime di alternatività per gli immobili non locati (categorie catastali A1 – A11, escluso A10) compresi quelli concessi in comodato d’uso gratuito, tra IMU ed IRPEF, e relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi, fatto salvo quanto disposto nel successivo art. 9, co. 9, terzo periodo.
Tale disposizione stabilisce che il reddito degli immobili ad uso abitativo non locati, situati nello stesso comune nel quale si trova l’immobile adibito ad abitazione principale, (di cui il contribuente risulti propriet