Proseguiamo nell’esplorazione delle novità nella gestione delle perdite durante la liquidazione delle società, introdotte dalla recente riforma. Il testo esplora come queste perdite vengano attribuite ai soci seguendo le regole della trasparenza e analizza le implicazioni delle norme in materia, mettendo in luce il dibattito tra l’approccio tradizionale, che limita la compensazione alle perdite generate dallo stesso soggetto, e l’orientamento prevalente, che consente una compensazione più ampia e flessibile con altri redditi d’impresa. Attraverso esempi concreti, illustreremo i possibili scenari fiscali e le criticità derivanti da un’interpretazione più o meno restrittiva della normativa. Il lettore sarà guidato nella comprensione dei meccanismi di compensazione delle perdite e dei redditi, delle implicazioni per le società in liquidazione e delle possibili soluzioni per ottimizzare il carico fiscale. Una lettura indispensabile per chi vuole approfondire le sfide legate alla liquidazione societaria e alla gestione delle perdite fiscali.
Proseguiamo la disamina relativa alle recenti modifiche alla disciplina della liquidazione delle imprese introdotte dal Decreto legislativo del 30 aprile 2024, avviata nell’articolo “La disciplina fiscale della liquidazione post riforma fiscale” del 10/10/2024, nel quale ci siamo soffermati prevalentemente sull’inversione tra provvisorietà e definitività dei redditi nei periodi di liquidazione e sulla gestione fiscale delle perdite di liquidazione.
L’imputazione delle perdite intermedie della liquidazione
Sul piano operativo le perdite intermedie devono essere imputate ai soci in osservanza delle tipiche dinamiche impositive della trasparenza e tale immediata imputazione è corroborata sia dall’indicata versione testuale del dato normativo e sia dall’anomalia di un’ermeneutica che, senza una chiara lettera legislativa di supporto, intenda ingerirsi in modo così rivoluzionario negli effetti della trasparenza fiscale delle società di persone, a fronte peraltro di un ripristino strutturale ordinario dei periodi fiscali, con la previsione, almeno a regime, della loro definitività in luogo della precedente provvisorietà.
Specificamente sul piano letterale l’inciso:
“il reddito relativo alla residua frazione di tale esercizio e a ciascun successivo esercizio intermedio, al netto delle perdite degli esercizi precedenti compresi nella liquidazione concorre a formare il reddito complessivo ………dei soci”,…
in luogo del raccordo legislativo “è imputato ai soci” (usato all’art. 5 TUIR) che avrebbe altrimenti dovuto, con specifica versione di testo, venire correlato ai soci[1], appare sintomatico di un significato disciplinare unicamente rivolto a disporre della rilevanza degli effetti fiscali dei redditi intermedi della liquidazione (quale sia il segno dei medesimi) direttamente nella sfera personale dei soci, in unione con gli altri redditi di periodo rilevanti ai fini della determinazione del reddito complessivo e con l’ordinario regolamento delle perdite previsto all’art. 8 TUIR.
Compensazione delle perdite: approccio tradizionale o compensazione ampia?
Proprio con riguardo alla disciplina fiscale delle perdite di cui all’art. 8 si pone la dibattuta questione se il comma 3 nell’uso della versione letterale:
“Le perdite derivanti dall’esercizio di imprese commerciali e quelle derivanti dalla partecipazione