In caso di beni dati in comodato a imprenditori terzi, come funziona l’inerenza? I costi sono inerenti anche per il comodante? Il caso delle famigerate macchine da caffè concesse in comodato per sostenere la vendita della materia prima alimentare.
La Corte di Cassazione ha rappresentato gli elementi fondativi l’inerenza in caso di beni strumentali dati in comodato ad un imprenditore terzo.
Il caso: comodato delle macchine da caffè
Alla contribuente era stato notificato un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate aveva contestato la deduzione di costi sostenuti per la manutenzione ordinaria e straordinaria di macchine da caffè concesse in comodato d’uso a diversi esercizi commerciali, attesa la mancanza del requisito dell’inerenza, in ragione anche dei contratti di comodato che ponevano i costi in parola a carico dei comodatari.
La CTR aveva testualmente evidenziato, con riferimento alle macchinette erogatrici date in comodato, che:
“il contratto di comodato concluso con i clienti da parte della Kimbo Spa (comodante) è conforme alla tipicità contrattuale del comodato come prevista dal codice civile, per cui il comodante non ha l’obbligo di mantenere il bene nello stato necessario per l’uso convenuto, tali spese rimangono a carico del comodatario (art. 1808 c.c).
Sempre per la CTR anche se a norma del codice civile la forma scritta non è necessaria, nel caso in esame, considerati gli interessi economici coinvolti e considerato che il comodato risulta stipulato in forma scritta, non si comprende perché la modifica dell’