Per rendere più appetibile il CPB (Concordato Preventivo Biennale) per gli anni 2025 – 2026, il Governo intende riaprire la possibilità di aderire al ravvedimento speciale per gli anni 2019 – 2023 a chi accetterà la proposta reddituale elaborata dal Fisco. Inoltre, chi ha aderito l’anno scorso potrà “scudare” l’anno 2023 che era rimasto escluso dalla sanatoria.
L’emendamento prevede che la base imponibile su cui calcolare il ravvedimento speciale è costituita dalla differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo già dichiarato in ciascuna annualità e il valore effettivo incrementato del 5% per chi ha un punteggio di affidabilità ISA pari a 10; del 10% per chi va da 8 a 10; 20% da 6 a 8; 30% da 4 a 6; 40% da 3 a 4; infine 50% per chi è sotto il 3. L’imposta sostitutiva segue la stessa logica: chi ha un voto pari o superiore a 8 dovrà versare il 10% del reddito non dichiarato. Chi ha tra il 6 e l’8 salirà al 12% e chi non arriva al 6 dovrà pagare il 15%.
Per le annualità 2020 e 2021 funestate dalla pandemia Covid, è prevista una riduzione dell’imponibile del 30%.
Il minimo dovuto per l’anno è fissato in 1.000 euro.
In pratica il ravvedimento speciale ricalca le regole per l’edizione 2024.