Manovra 2026 tra fisco, credito e impresa: nuove leve per la tenuta aziendale

Il disegno di Legge di Bilancio per il 2026 prevede come sempre tante novità: dalla riforma dell’Irpef agli incentivi per la capitalizzazione, fino alla nuova pace fiscale: la bozza della Legge di Bilancio 2026 introduce misure che incidono direttamente sulla tenuta finanziaria delle imprese

Un bilancio per la stabilità: continuità e prevenzione come priorità

controllo compensi amministratoriLa bozza della Legge di Bilancio 2026, articolata in 137 articoli, si presenta come una manovra di “stabilità attiva”, con l’obiettivo di sostenere la crescita e preservare la continuità aziendale in un contesto economico ancora segnato da incertezze macroeconomiche e tensioni finanziarie. Il quadro di riferimento è quello definito dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019, come modificato dal D.Lgs. 83/2022), che impone alle imprese di dotarsi di assetti organizzativi e finanziari adeguati per individuare tempestivamente segnali di squilibrio. In questo scenario, la Manovra 2026 punta a consolidare la resilienza del tessuto produttivo attraverso misure fiscali, agevolazioni al credito e interventi straordinari di riequilibrio. L’intento è duplice: da un lato sostenere la liquidità e la capitalizzazione delle PMI, dall’altro ridurre il rischio sistemico di insolvenza, ancora elevato in molti settori chiave, dal manifatturiero ai servizi.

Le novità fiscali, dunque, non vanno lette solo in chiave tributaria, ma come strumenti di politica economica preventiva. La logica della manovra è coerente con il principio europeo dell’“emersione anticipata della crisi” sancito dalla Direttiva (UE) 2019/1023, che spinge gli Stati membri a favorire interventi precoci di ristrutturazione e a evitare il ricorso tardivo a soluzioni giudiziali.

Credito, liquidità e nuova rottamazione: misure di respiro finanziario

Tra le disposizioni più rilevanti per la tenuta aziendale figura la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, che prevede la possibilità di definire i debiti fiscali affidati all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2023, con pagamento in unica soluzione entro il 31 luglio 2026 o in 54 rate bimestrali fino al 2035, con interesse del 4%. L’obiettivo è duplice: favorire la regolarizzazione fiscale delle imprese in difficoltà e liberare risorse finanziarie altrimenti immobilizzate. Tuttavia, l’agevolazione non riguarda i debiti derivanti da accertamenti, e dunque richiede un’analisi puntuale per valutare la convenienza caso per caso. Questa misura, se accompagnata da un piano di ristrutturazione credibile, può rappresentare un volano per la continuità aziendale, specie per le PMI che si trovano in condizioni di squilibrio temporaneo. In assenza di una pianificazione finanziaria strutturata, tuttavia, la rottamazione rischia di trasformarsi in un mero rinvio, senza incidere sulle cause profonde della crisi.

Accanto alla pace fiscale, la Manovra conferma gli incentivi alla patrimonializzazione attraverso l’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), prorogata e rafforzata, e la possibilità di dedurre una maggiorazione del 50% del costo del capitale per gli aumenti di capitale destinati alla ristrutturazione aziendale o all’acquisizione di partecipazioni strategiche. Tali strumenti si inseriscono nel solco del principio di sostenibilità finanziaria delineato dall’art. 3 del Codice della crisi, che considera la capitalizzazione uno dei parametri essenziali per la verifica della continuità aziendale.

Continuità e fiscalità: tra agevolazioni e nuove responsabilità

Sul piano fiscale, la riduzione dell’aliquota intermedia Irpef dal 35% al 33% ha un effetto indiretto anche sulla solidità delle imprese, alleggerendo il carico tributario di titolari, soci e collaboratori con redditi medio-alti. Per le imprese individuali e le società di persone, il vantaggio può tradursi in una maggiore disponibilità di liquidità per investimenti e piani di ristrutturazione. Parallelamente, la flat tax al 15% sugli straordinari e sul lavoro festivo/notturno (fino a un reddito di 40.000 euro e un tetto massimo di 1.500 euro) mira a sostenere la produttività e la stabilità occupazionale, riducendo la pressione sul costo del lavoro. Da non sottovalutare è la riforma della cedolare secca sugli affitti brevi, unificata al 26%, che può incidere sul patrimonio immobiliare delle imprese e dei professionisti.

Per le aziende con immobili destinati ad attività ricettive, l’aumento dell’aliquota potrebbe ridurre la marginalità, spingendo a rivedere la struttura dei costi e la redditività degli asset non core. In ottica di prevenzione della crisi, queste misure richiedono un controllo di gestione integrato, capace di simulare scenari di sostenibilità e di misurare gli impatti fiscali sulla continuità. Gli amministratori sono infatti chiamati, ai sensi dell’art. 2086 c.c., a garantire un assetto organizzativo e finanziario “adeguato” a rilevare tempestivamente gli squilibri. L’adeguatezza oggi passa anche per la literacy fiscale e digitale, ovvero la capacità di utilizzare strumenti di analisi predittiva, business intelligence e indicatori di crisi aggiornati.

Crisi d’impresa, banche e nuova governance del credito

Un capitolo cruciale della Manovra 2026 riguarda il settore bancario e assicurativo, chiamato a contribuire alla stabilità del sistema attraverso un contributo straordinario. È previsto un prelievo del 27,5% sulle riserve non distribuite al 31 dicembre 2025 (33% per l’esercizio successivo) e un aumento di due punti percentuali dell’Irap per il triennio 2026–2028. Si tratta di un intervento che, se da un lato rafforza le entrate pubbliche, dall’altro può generare effetti indiretti sul credito alle imprese, soprattutto quelle in fase di ristrutturazione. In questo contesto, la Composizione Negoziata della Crisi, introdotta dal D.L. 118/2021 e consolidata dal Codice della Crisi, assume un ruolo determinante: rappresenta lo strumento per prevenire la liquidazione giudiziale attraverso un percorso di risanamento volontario, assistito e supervisionato.

Tuttavia, l’efficacia della procedura dipende dalla collaborazione del sistema bancario e dalla trasparenza informativa dell’impresa. Un eccessivo irrigidimento del credito o la mancanza di fiducia tra istituti e debitori potrebbe vanificare lo spirito del legislatore europeo, che con la Direttiva Insolvency (UE 2019/1023) ha voluto incentivare il salvataggio precoce delle imprese, non punirle per la crisi. In questa prospettiva, la Manovra 2026 può rappresentare un banco di prova per un nuovo equilibrio tra fisco, credito e impresa, dove la stabilità non deriva solo dai conti pubblici, ma dalla capacità di mantenere attivo il dialogo tra le parti e di sostenere la fiducia nel sistema economico.

Le sfide per i professionisti: dal controllo di gestione alla consulenza predittiva

Per i consulenti, i revisori e i commercialisti, la Legge di Bilancio 2026 rappresenta un punto di svolta operativo. La crescente integrazione tra normative fiscali, assetti organizzativi e governance della crisi impone di rivedere il modello di consulenza, passando da un approccio puramente contabile a un approccio predittivo e integrato. Le nuove misure — dalla pace fiscale agli incentivi di patrimonializzazione, fino ai crediti d’imposta e alle agevolazioni Irpef — devono essere lette non in modo isolato, ma come parti di un ecosistema di prevenzione, dove fiscalità, finanza e compliance si intrecciano. È questa la nuova frontiera del controllo di gestione: non solo analisi ex post, ma capacità di anticipare i rischi e proporre strategie di sostenibilità. Gli strumenti digitali di business intelligence e AI predittiva, uniti agli indicatori della crisi previsti dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), diventano leve fondamentali per monitorare la tenuta economico-finanziaria e supportare l’imprenditore nel percorso di risanamento. L’obiettivo finale non è semplicemente “evitare la crisi”, ma trasformarla in conoscenza, costruendo una cultura manageriale capace di apprendere dall’errore e di affrontare l’incertezza con metodo e dati.

NdR. Per tutti i contenuti della proposta di Manovra di Bilancio per il 2026 vedi il nostro diario del 21 Ottobre 2025

Mercoledì 22 Ottobre 2025

Davide Liberato Lo Conte

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