L’occupazione senza titolo di un immobile comporta per il proprietario il diritto a un’indennità, spesso commisurata al canone di locazione o al danno subito. La quantificazione e la tassazione di queste somme possono variare in base alla natura risarcitoria o compensativa, con scenari complessi che coinvolgono immobili pubblici, privati e temporanei, suscitando dubbi pratici su riscossione e imposte.
Indennità di occupazione sine titulo: quantificazione e tassazione
L’indennità di occupazione di un immobile rappresenta l’importo che il proprietario dello stesso ha diritto a percepire qualora il suo bene venisse occupato da terzi senza alcun titolo legittimo. E di norma di tratta di un importo più o meno equivalente al canone di locazione, salvo maggiori eventuali danni dimostrabili.
I casi si possono verificare per svariati motivi: la mancata riconsegna del bene post cessazione del contratto di locazione, lo sfratto non eseguito, questioni familiari, in presenza di separazione o di liti tra eredi oppure anche da occupazione, non condivisa, da parte di un comproprietario.
Il codice civile, all’articolo 1591, “Danni per ritardata restituzione” così prevede:
“Il conduttore in mora a restituire la cosa è tenuto a dare al locatore il corrispettivo convenuto fino alla riconsegna, salvo l’obbligo di risarcire il maggior danno”.
L’entità dell’indennità di occupazione
Normalmente l’indennità di occupazione corrisponde al canon