L’incentivo per chi sceglie di posticipare il pensionamento pur avendo maturato i requisiti. Una somma esentasse in busta paga sostituisce i contributi previdenziali, aumentando la retribuzione netta. Una scelta da valutare con attenzione, anche per gli effetti sul futuro assegno pensionistico.
Il Bonus Maroni, conosciuto anche come Incentivo al posticipo del pensionamento, ha ricevuto una nuova estensione e potenziamento grazie alla Legge di Bilancio 2025.
La misura punta a trattenere in servizio quei lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata (sia Quota 103 che pensione anticipata ordinaria), scelgono di restare in attività.
La normativa concede la possibilità di ricevere in busta paga, sotto forma di retribuzione netta esentasse, i contributi previdenziali che normalmente sarebbero stati versati dal lavoratore all’INPS.
L’incentivo posticipo del pensionamento
Il “Bonus Maroni”, ufficialmente denominato Incentivo al posticipo del pensionamento, rappresenta una misura volta a favorire la permanenza al lavoro dei soggetti che hanno maturato i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata flessibile Quota 103 (art. 14.1 del D.L. n. 4/2019) o alla pensione anticipata ordinaria (art.24 comma 10 D.L. n. 201/2011).
Introdotto originariamente dall’art. 1, comma 286, della L. n. 197/2022 (legge di Bilancio 2023), è stato riconfermato e ampliato dalla legge di Bilancio 2025 (L. n. 207/2025).
Destinatari
Il bonus spetta ai lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria (AGO) dell’INPS, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa (inclusi i dip