Come si forma il credito IVA quando i versamenti vengono rateizzati? In che modo gli omessi pagamenti influenzano la dichiarazione annuale? È possibile recuperare il credito maturato nel tempo? Attraverso un caso pratico e istruzioni operative, viene analizzato il corretto calcolo e la gestione del credito IVA per evitare errori e ottimizzare la dichiarazione.
Recupero del credito IVA da omesso versamento in caso di rateazione: regole e istruzioni operative
Nell’ipotesi di rateazione degli avvisi bonari relativi al mancato versamento dell’IVA periodica, il credito da versamenti omessi si costituisce nel momento e nella misura in cui vengono eseguiti i pagamenti, anche se a distanza di anni.
È questo il principio espresso dall’Agenzia delle entrate attraverso la risposta all’interpello n. 81, del 27.02.2020 che, riprendendo le considerazioni già formulate nel parere n. 449 del 30.10.20219, ribadisce che, in questi casi occorre considerare, quale credito IVA scomputabile o ammessa in compensazione, unicamente la quota parte d’imposta dilazionata e corrisposta sino alla data di presentazione della dichiarazione annuale.
Caso pratico di rigenerazione del credito IVA
Supponiamo che un contribuente presenti la seguente risultanze in ordine alle liquidazioni periodiche IVA presentate dell’anno 2024:
- Primo trimestre, versamento IVA a debito pari ad euro 2.000;
- Secondo trimestre, versamento IVA a debito, pari ad euro 4.000;
- Terzo trimestre, debito IVA complessivo euro 3.000, non versato
- Acconto IVA, versamento di euro 1.000.
La società riceve la comunicazione di irregolarità emessa ex art. 54-bis D.P.R. 26.12.1972, n. 633, riguardante il terzo trimestre e provvede ad attivare il pagamento rat