Gli esportatori abituali possono acquistare beni e servizi senza corrispondere IVA grazie al plafond generato dalle operazioni non imponibili, ottimizzando la gestione fiscale.
Ma come si acquisisce la qualifica di esportatore abituale? Come si determina il plafond e come va riportato nella dichiarazione IVA 2025?
Continuiamo ad analizzare i casi pratici per chiarire ogni aspetto…
Esportatori abituali e utilizzo del plafond IVA: requisiti, benefici e calcolo
Possono essere individuati come esportatori abituali, di cui all’art. 8, comma 1, lettera c) del decreto IVA, i soggetti passivi che effettuano in misura maggiore del 10% in operazioni non imponibili ai fini IVA derivanti da operazioni di esportazione e/o di cessioni intracomunitarie e operazioni assimilate.
Detti soggetti, di regola, pongono in essere operazioni non imponibili, generalmente acquistando beni e servizi in virtù di operazioni imponibili, possono generare un credito IVA che deriva dalle operazioni passive che non viene compensato dall’entità del tributo a debito proveniente dalle operazioni attive, in quanto molte delle medesime sono soggette al regime della non imponibilità.
Pertanto, per poter beneficiare dell’agevolazione, i contribuenti devono verificare il proprio status di esportatore abituale nel modo seguente:
operazioni non imponibili ——————————————————————————–> 10% volume d’affari – (cessioni beni in transito art. 7-bis, D.P.R. n. 633/72 |
Al fine di ridurre gli effetti derivanti dal credito IVA dovuto dalle operazioni di cessione extra Ue e comunitarie, è stata prevista la possibilità per i cosiddetti esportatori abituali di avvalersi del diritto, entro certi limiti, di acquistare beni e servizi senza IVA, in un particolare regime di non imponibilità.
Tale limite è costituito dall’entità del cosiddetto “plafond”, determinato dalla somma di talune operazioni non imponibili, tenendo presente che le tipologie di operazioni che generano tale “plafond” riguar