Il dipendente divenuto parzialmente idoneo è tutelato dalla legge e dalla giurisprudenza. Ecco quali obblighi gravano sull’azienda e quali sono i rischi derivanti dal loro inadempimento.
Il profitto aziendale è legato ovviamente alle performance di ciascun dipendente; il datore di lavoro deve curare ogni aspetto organizzativo e gestionale, garantendo al contempo – come previsto dal D.Lgs. n. 81 del 2008 – la tutela della salute e della sicurezza nel luogo in cui sono svolte le mansioni di cui al contratto individuale.
Tuttavia, anche la maggior attenzione possibile può non bastare. Nel mondo del lavoro, infatti, le condizioni fisiche e psicologiche dei dipendenti possono cambiare nel corso del tempo, a seguito di malattie, infortuni o altri motivi di natura medica. Per il lavoratore ciò si traduce – inevitabilmente – in una difficoltà in più, mentre per il datore potrebbero insorgere alcune questioni pratiche legate alle ragioni alla base dell’assunzione
In particolare, quando un lavoratore diventa parzialmente idoneo a svolgere la specifica mansione per cui è stato assunto, come deve comportarsi l’azienda? Quali obblighi gravano sul datore di lavoro e quali diritti ha il lavoratore che si deve confrontare con un peggioramento del suo stato di salute?
Vediamolo insieme, spiegando che cosa si intende – per legge – con il concetto di idoneità parziale e di quali impegni si deve far carico l’azienda.
Idoneità parziale alle mansioni, che cos’è, quali sono le cause e chi la stabilisce
In linea generale, l’idoneità parziale alle mansioni si riferisce a una situazione in cui un lavoratore, a causa di una limitazione fisica e/o psicologica, non è