Gli sgravi contributivi incentivano l’assunzione di categorie vulnerabili, ma richiedono il rispetto rigoroso di contratti collettivi e condizioni di legge. L’inosservanza può portare alla revoca dei benefici e a sanzioni economiche, rendendo cruciale per le aziende verificare la piena conformità alle normative.
Vediamo come gestire al meglio questi incentivi per ottimizzare i vantaggi fiscali.
La normativa italiana si preoccupa di promuovere l’inserimento / reinserimento lavorativo di determinate categorie di persone altrimenti a rischio di incontrare difficoltà nel trovare un impiego a causa ad esempio dell’età, dell’allontanamento prolungato dal mondo del lavoro (a seguito di stati di disoccupazione), delle particolari condizioni di disparità occupazionale uomo – donna o ancora delle condizioni psico-fisiche.
Al tempo stesso il legislatore ha inteso negli anni favorire l’occupazione di soggetti percettori di misure di sostegno al reddito, al fine di rispettare il carattere temporaneo delle misure stesse, destinate ad accompagnare la persona per un periodo di tempo limitato in attesa appunto di un inserimento – reinserimento professionale.
Per promuovere l’instaurazione di un rapporto di lavoro con i soggetti descritti vengono riconosciuti, a beneficio delle aziende che procedono alla stipula del contratto (di norma a tempo indeterminato), una serie di sgravi contributivi che riducono (in maniera totale o parziale) e per un determinato numero di mensilità (di norma coincidenti con l’anno, il biennio o il triennio successivi all’evento incentivato) i contributi previdenziali