Le liti tra soci possono minacciare la sopravvivenza di una società, soprattutto quando si arriva ad uno stallo decisionale. Ma esistono strategie efficaci per superare questi conflitti senza giungere allo scioglimento della società. Scopriamo quali soluzioni adottare per evitare che i contrasti compromettano il futuro dell’impresa.
Le società sono formate da due o più soci (a parte ovviamente le unipersonali). Nell’ambito della partecipazione alla compagine societaria ogni socio esprime il suo voto alle materie devolute all’assemblea, in funzione della quota da ciascuno posseduta. Così, partecipare al 35% in una società, significa dire che, in rapporto al 100% del capitale sociale, il socio esprimerà un voto che concorrerà per il 35% al raggiungimento della maggioranza richiesta per l’approvazione o per il rigetto della proposta oggetto di esame da parte dell’assemblea.
Non di rado, si presentano situazioni dove due soli soci, ciascuno dei quali titolare al 50% del capitale sociale, in caso di disaccordo, rendono impossibile la prosecuzione dell’attività creando una situazione di stallo che, il più delle volte, porta allo scioglimento della società. Nella pratica, si cerca di porre rimedio, con soluzioni intermedie rispetto allo scioglimento della società, che offrano la possibilità di una riduzione della tensione tra i soci tale da rendere possibile il recupero dell’impresa.
La conflittualità tra i soci e il rischio di stallo decisionale
È convinzione di molti che una società, una volta costituita, abbia una durata infinita. Tale concetto si fonda sulla circostanza che tutto ciò che sussisteva tra i soci alla data di costituzione della società permanga nel tempo.
Tuttavia, un’eventuale situazione di conflitto può verificarsi per le cause più disparate. In linea di principio, la conflittualità nasce dalla contrapposizione tra soci che detengono il pacchetto di maggioranza e quelli di minoranza. In tale circostanza, la soluzione è, almeno in teoria, molto più semplice prevalendo la volontà di conservare l’impresa e di superare i conflitti.
Diversamente, nell’ipotesi più frequente, ossia qualora la conflittualità sorga tra soci detentori di quote paritetiche (50% ciascuno), le difficoltà aumentano. In altri casi, conflitti molto duri possono portare allo scioglimento della società. In siffatte circostanze si è in presenza di uno stallo decisionale o deadlock, determinato dall’impossibilità di poter raggiungere alcuna maggioranza necessaria per il conseguimento dell’oggetto sociale.
Tali situazioni possono degenerare al punto da sfociare in uno scioglimento della società o, in caso di totale abbandono delle attività