Come si ripiana il capitale sociale se le perdite lo portano in zona negativa? Oltre alla possibile ricostituzione del capitale stesso, spieghiamo la tecnica della cosiddetta altalena e le possibilità di aumento del capitale con sovrapprezzo.
La nozione attribuita al patrimonio delle società costituisce un’entità mobile, nel senso che è oggetto di continue fluttuazioni sia in termini di consistenza economica che di natura della sua composizione. Dunque, la nozione di patrimonio sociale è funzionale alla sua effettività.
Diversamente, il capitale sociale costituisce un’entità non effettiva ma nominale.
La consistenza del patrimonio sociale, essendo fluttuante, è oggetto di periodico accertamento e misurazione mediante la redazione di bilanci intermedi e di esercizio.
Il capitale sociale, che in termini economici è una parte ideale del netto patrimoniale, è una entità fissa, nel senso che non è oggetto di mutamenti se non per espressa volontà dei soci che potrà deliberare un aumento o una riduzione dello stesso.
In tale ultima circostanza si potrà assistere ad una delle seguenti possibili riduzioni:
- facoltativa;
- obbligatoria.
Vi è un’ipotesi, diversa dalle precedenti, in cui non si assiste alla sola riduzione del capitale sociale per perdite ma all’azzeramento completo dello stesso che risulta comunque insufficiente alla integrale copertura delle residue perdite.
In tali evenienze si è in presenza della c.d. riduzione sottozero del capitale.
Il ripianamento delle perdite in generale
Un’impresa che nel corso della gestione subisce delle perdite dovrà verificare:
- se le perdite sofferte siano inferiori al limite di 1/3 del capitale sociale;
- se le perdite sofferte siano superiori al limite 1/3 del capitale sociale senza ridurre lo stesso al di sotto del minimo legale;
- se le perdite sofferte siano superiori al limite di 1/3 capitale sociale riducendo lo stesso al di sotto del minimo legale;
- se le perdite sofferte azzeri