Il 91% dei collaboratori della Gen Z ha fiducia nell’azienda per cui lavora

Quali sono le migliori aziende dove lavorare per la Gen Z (nati a cavallo del cambio di millennio)? Quali sono i fattori per fidelizzare ed incentivare i lavoratori più giovani che stanno entrando nel mercato del lavoro?

La Gen Z cosa ricerca in un ambiente di lavoro? Quali aspettative ha nell’approcciarsi con un’azienda? Prima di tutto è alla ricerca di un sano equilibrio tra la vita professionale e quella privata. Oltre ad essere alla ricerca di sicurezza psicologica e della possibilità di riuscire a gestire in maniera flessibile le proprie necessità personali.

Questi, in estrema sintesi, sono gli elementi che i rappresentanti della Gen Z sono alla ricerca in un ambiente di lavoro e che emergono dal ranking Best Workplaces for Gen Z, che è stato stilato da Great Place to Work Italia.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di capire come le aziende possano attrarre i talenti.

Ambiente di lavoro: cosa attrae la Gen Z

gen z lavoroUn sano equilibrio tra la vita privata e il lavoro. Ma non solo: una certa sicurezza psicologica e la possibilità di gestire in maniera flessibile le esigenze personali. Questi sono, sostanzialmente, gli elementi che i rappresentanti della Gen Z cercano in un ambiente di lavoro.

Sono 20 le realtà virtuose che in Italia sono in grado di garantire ai loro collaboratori più giovani – ossia quelli nati a cavallo tra il 1998 ed il 2012 – degli alti livelli di soddisfazione e fiducia nell’ambiente di lavoro, raggiungendo quota 91%. Il dato risulta essere superiore del 14% nelle organizzazioni non presenti in classifica Media Trust Index rispetto a quelle presenti.

Quelli che abbiamo appena visto risultano essere alcuni dei dati che emergono dal ranking Best Workplaces for Gen Z, che è stato stilato da Great Place to Work Italia, una società di ricerca e tecnologia che ha raccolto il parere di 3.407 collaboratori di 99 organizzazioni diverse, che sono state suddivise per numero di dipendenti (10-49, 50-149, 150-499 e più di 500).

Tra queste, il 40% appartiene al settore IT mentre una su quattro (ossia il 25%) è attiva nel settore dei servizi professionali; agricoltura, servizi finanziari e assicurazioni, alberghiero, manifattura e produzione, media e retail sono gli altri settori rappresentati in classifica.

Il 65% delle organizzazioni – stiamo parlando di due su tre – hanno il proprio headquarter in Italia. Soffermandosi, invece, sulla distribuzione territoriale tra le regioni emerge che il 60% ha sede in Lombardia. Con un 10% a testa seguono Puglia, Veneto e Lazio. La classifica viene chiusa dall’Emilia Romagna e dal Piemonte con un 5% a testa.

Sul luogo di lavoro la Gen Z apprezza in particolar modo gli aspetti di socialità e valuta in maniera positiva il rapporto con i colleghi, il team e l’accoglienza ricevuta. Nel 93% dei casi si arriva addirittura a raccomandare l’organizzazione per cui si lavora come eccellente ad amici e conoscenti. Il gap, in questo caso, è di 13 punti percentuali rispetto alle aziende che non sono presenti in classifica (80%).

Best Workplaces for Gen Z: l’elenco delle 20 migliori aziende

Ecco la classifica delle 20 migliori aziende presso le quali la Gen Z apprezza lavorare:

  1. Apuliasoft;

  2. Quantyca;

  3. Accuracy;

  4. Nic et Nunc;

  5. Bending Spoons;

  6. Skylabs;

  7. Aryel;

  8. Sephora;

  9. Teleperformance;

  10. Agile Lab;

  11. Sories;

  12. Hilton;

  13. Webranking;

  14. S.C. Johnson;

  15. Siidea Group;

  16. GFT;

  17. Stack Infrastructure;

  18. Parva consulting;

  19. Ecosistema Auxiell Euxillia Xva

  20. Fiscozen

 

Quali sono le aziende migliori in cui lavorare?

Nella top 20 delle migliori aziende nelle quali la Gen Z preferisce lavorare troviamo la pugliese Apuliasoft, una società con sede a Bari e che si occupa di sviluppare software.

Sul podio troviamo anche Quantyca – con sede a Monza – che si occupa di consulenza IT e la milanese Accuracy, attiva nel settore della consulenza gestionale al management aziendale.

“Siamo molto orgogliosi di aver dato voce, con questa prima edizione del ranking, alla generazione più giovane attiva all’interno degli ambienti di lavoro – dichiara Beniamino Bedusa, Presidente di Great Place to Work Italia -. La Generazione Z si dimostra più entusiasta circa gli aspetti legati al management con una visione positiva sul passaggio d’informazioni e aspettative, sintomo della percezione di un’ottima comunicazione, che passa sia dai responsabili sia dalla direzione aziendale.

Tuttavia, ci sono alcuni aspetti quali licenziamenti e retribuzione su cui risultano più insoddisfatti, soprattutto rispetto alle generazioni più mature (Baby Boomer, Gen X e Millennial). È interessante notare, invece, come per le organizzazioni sia più difficile agganciare la Generazione Z sul “purpose”, il versante più emotivo che determina la motivazione personale e l’orgoglio per il lavoro.

Se per le generazioni precedenti l’origine nella scelta di un nuovo impiego era principalmente determinata dall’immagine del brand e dalla sua potenza a livello commerciale, per i giovani non basta: responsabilità sociale, ESG, parità di trattamento e immedesimazione nei valori aziendali sono i nuovi fattori chiave.

Spetta ora alle aziende riadattarsi nella direzione di un mercato in cui appaiono coloro che per la prima volta si mostrano più sensibili agli aspetti valoriali ed emotivi”.

Credibilità ed equità, due fattori chiave per la Gen z

Tra le realtà aziendali che non sono rientrate nella classifica, le migliori best practices secondo i rappresentanti della Gen Z sono l’equità e la credibilità.

Tra i temi che vengono apprezzati di più da questa generazione di collaboratori delle organizzazioni Best rientra l’integrità dei responsabili con cui lavorano rispetto alla trasparenza della comunicazione circa eventuali questioni e cambiamenti di rilievo all’interno della stessa azienda (91%). Il distacco è di 22 punti percentuali rispetto alle aziende non classificate (69%).

Tema sicuramente delicato è quello relativo ai licenziamento: sostanzialmente i valori fondamentali nella relazione tra un singolo individuo e l’azienda per cui lavora non creano un distacco netto tra le persone delle aziende classificate (88%) e tra quelle non rientrate in classifica (85%).

Dall’analisi, inoltre, emerge che:

“Per la Gen Z la possibilità di ricevere riconoscimenti si traduce in una maggiore fiducia di autorealizzazione attraverso il lavoro e la valorizzazione dell’impegno profuso, con una differenza di ben 25 punti percentuali (83%) rispetto ai colleghi delle organizzazioni non in classifica (58%), insieme a un autorevole distacco di 23 punti nella percezione positiva delle promozioni, che vanno a chi le merita di più (86% vs 63%). Nei Best Workplaces la fiducia della Gen Z nei confronti del vertice aziendale raggiunge livelli elevati (94%), traducibile in un’alta coerenza ai valori aziendali, alla strategia di business e a una maggiore propensione a diventare ambassador dell’organizzazione per cui si lavora”.

NdR. Quando la fiducia dei collaboratori è alta il fatturato dell’azienda decolla

Pierpaolo Molinengo

Venerdì 14 Giugno 2024