L’insegnante che offre regolarmente lezioni private o ripetizioni deve, ovviamente, aprire partita IVA e fatturare i compensi percepiti. Cosa cambia se il contribuente diventa docente di ruolo (quindi dipendente pubblico) anche se part time? Deve continuare a fatturare le lezioni private?
Dopo l’assunzione, il docente “di ruolo”, anche part time, che intende continuare con regolarità a impartire lezioni private, deve mantenere la partita IVA e valutare il più conveniente regime fiscale applicabile.
È questo il contenuto della risposta a interpello dell’8 marzo 2024, che suggerisce all’insegnante di applicare il regime forfetario di cui alla L. n. 190/2014, con tassazione del reddito, ai fini Irpef, con l’aliquota del 15%, senza applicazione dell’IVA, ovvero, in alternativa, beneficiare della flat tax docenti di cui alla L. n. 145/2018 con applicazione dell’imposta sostitutiva Irpef del 15% ed obbligo di fatturazione in regime di esenzione ex art. 10, D.P.R. n. 633/72.
Lezioni private di un docente part time titolare di cattedra: quale regime fiscale
Una docente che impartiva lezioni private di lingua straniera documentava i compensi percepiti con emissione di fattura avvalendosi del regime forfetario ai sensi dell’art. 1, commi da 54 ad 89 della Legge n.190/2014, come modificata dalla Legge 208/2015.
Le operazioni venivano pertanto considerate in regime di esclusione dal campo IVA e non soggette a ritenuta d’acconto.
Risultata vincitrice di concorso ordinario la docente ha assunto, per l’anno scolastico 2023/2024, la cattedra part-time presso una scuola statale.
Tuttavia, essendo stata autorizzata dalla dirigente scolastica all’esercizio della libera professione, l’insegnante intendeva comunque proseguire l’attività didattica pomeridiana impegnandosi nel dare ripetizioni