Il bonus sull’acquisto del componente AdBlue per l’alimentazione dei veicoli Euro V e superiori è un credito d’imposta che va indicato nel quadro RU; tuttavia, lo stesso non va indicato nel quadro del prospetto Aiuti di Stato del quadro RS in quanto non è di competenza dell’Agenzia delle entrate, anche se è fruito nella forma del credito d’imposta.
Alcuni lettori ci chiedono di chiarire il trattamento del credito d’imposta del 15%, previsto dall’art. 6, commi 3 e 4, del decreto-legge n. 17/2022 (decreto Ucraina), a favore degli esercenti attività di logistica e di trasporto merci in conto terzi con mezzi di trasporto di ultima generazione, per l’acquisto, al netto dell’IVA, del componente AdBlue necessario per la trazione dei predetti mezzi.
Le questioni che i beneficiari si trovano ad affrontare sono sostanzialmente tre:
- il trattamento contabile, considerato che la concessione è intervenuta dopo la chiusura del bilancio 2022;
- l’individuazione del quadro RU, se relativo al 2022 o al 2023, in cui indicare il credito d’imposta concesso;
- l’esclusione o meno dall’indicazione nel prospetto degli Aiuto di Stato.
Le questioni nascono essenzialmente dal fatto che il credito, pur essendo relativo ai costi sostenuti nel 2022, è stato di fatto richiesto e concesso nel corso del 2023.
Bonus AdBlue: il trattamento contabile
Sotto il profilo civilistico, il contributo rappresentato dal credito d’imposta in questione costituisce un contributo in conto esercizio in quanto trattasi di “riduzione dei relativi costi ed oneri” (Principio contabile OIC 12).
Nella generalità dei casi, il contributo in conto esercizio (inteso come riduzione di costi) attiene ad una serie di costi che devono intervenire in un ben preciso ambito temporale.
Se tali costi sono sostenuti nel corso dell’esercizio in cui il contributo viene erogato o utilizzato, general