Scioglimento di società: regime fiscale dell’assegnazione dell’azienda all’unico socio (prima parte)

di Luciano Sorgato

Pubblicato il 15 settembre 2023

Esaminiamo il caso di scioglimento di una società e successiva assegnazione dell’azienda all'unico socio.
Tale fase rischia di essere estremamente penalizzante dal punto di vista fiscale in base al principio della personalità dell’obbligazione tributaria. Scopriamo il perché...

L’Agenzia delle Entrate con le circolari di prassi n. 54/E del 19 giugno 2002 e 18 del 29 maggio 2013, ha ritenuto riconducibile al regime fiscale di piena neutralità il caso dello scioglimento di una società a motivo della perdita della pluralità dei soci, con prosecuzione dell’attività d’impresa da parte dell'unico socio superstite.

Costituirebbe, infatti, principio fisiologico del regime d’impresa, la neutralità di ogni mutamento di titolarità dell’azienda, ogniqualvolta essa continui le sue naturali funzioni di ausilio strumentale all’esercizio d’impresa.

Tale connaturato regime fiscale però, pur apparendo ragionevole, non ha il supporto di una verifica a sistema delle norme del TUIR.

Sarebbe, quindi, senz’altro opportuno un intervento del legislatore che consenta di coordinare tale regime fiscalmente neutro con precisi dati normativi idonei a supportarlo con il valore vincolante della legge.

 

Scioglimento della società e assegnazione dell'azienda all'unico socio: alcune premesse

scioglimento società unico socioL’Amministrazione finanziaria ha, con più circolari di prassi, ritenuto di poter avvallare un regime fiscalmente neutro in ordine alla vicenda circolatoria dell’azienda generata dall’estinzione di una società per la sopravvenuta perdita della pluralità dei propri soci e la prosecuzione dell’attività imprenditoriale da parte dell’unico socio superstite.

Tale regime di neutralità fiscale è stato ritenuto potersi fondare sulla particolarità del bene “azienda”, che, potendo solo prestare ausilio di funzioni ad un esercizio di impresa commerciale, non può mai disperdere il regime fiscale di bene d’impresa ed il connaturato statuto d’impresa.

Tale reiterato intendimento valutativo, pur partecipando di una ratio impositiva logica, nella realtà non è supportato dall’attuale quadro normativo che con il presente contributo s’intende passare in rassegna e soprattutto, in mancanza di un chiaro consenso legislativo, non appare conciliabile con il fondamentale principio della personalità delle imposte sui redditi come statuito dalla Corte Costituzionale.

In altri termini, la mancanza di specifiche norme di esonero impositivo delle plusvalenze maturate al momento dell’estinzione della società, in unione con norme che in altre circostanze di circolazione non onerosa dell’azienda prevedono invece espressamente la non rilevanza impositiva delle plusvalenze maturate, genera un’impasse non agevole da dirimere sul piano interpretativo.

 

Il principio delle personalità delle imposte sul reddito

Il presupposto di un tributo, come noto, è rappresentato da fatti e situazioni previsti dalle singole leggi d’imposta e riferibili ad un soggetto, temporalmente raccordati con un precisato periodo di tempo, che fungono da fonte, immediata o mediata, dell’obbligazione tributaria.

La sentenza della Cort