Donazione di quote e imposta di successione e donazione

di Isabella Buscema

Pubblicato il 24 luglio 2023

Quando è prevista l'esenzione dall'imposta sulle successioni e donazioni dei trasferimenti di quote sociali e azioni?
Diamo uno sguardo alla giurisprudenza e alla prassi aggiornate.

donazione quote imposta successioneQuali sono i requisiti[1], ex articolo 3, comma 4–ter del decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 34, per l'esenzione dall'imposta sulle successioni e donazioni dei trasferimenti di quote sociali e azioni?

L'agevolazione compete se, a seguito del trasferimento della titolarità dello strumento finanziario partecipativo, il beneficiario non dispone dei poteri di controllo dell'azienda ricevuta a titolo gratuito?

Detta norma richiede che i beneficiari (discendenti o coniuge del disponente) del trasferimento proseguano l'attività d'impresa o mantengano il controllo della società, per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento, rendendo contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione o all'atto di donazione apposita dichiarazione in tal senso?

L'esenzione spetta per le donazioni di partecipazioni anche di società non residenti e, per tali donazioni, pure in assenza delle condizioni previste invece, dalla seconda e dalla terza proposizione del medesimo articolo, per il trasferimento di azioni di società residenti?

L’agevolazione va applicata a tutti i trasferimenti di partecipazioni in società di capitali che consentono all'avente causa di acquisire o integrare il controllo di una società che svolge effettivamente un'attività d'impresa, poiché solo a questa condizione il trasferimento del controllo di una società può ritenersi equivalente al trasferimento di un'azienda, e l'agevolazione apprezzabile in una prospettiva di salvaguardia dei livelli occupazionali?

 

Donazione di quote e imposta di successione: il principio

La tesi secondo cui, per le società estere ogni trasferimento di azioni, anche in misura tale da non consentire il controllo della società e indipendentemente dalla presentazione della dichiarazione di impegno da parte degli aventi causa a mantenere il controllo per il previsto quinquennio, sarebbe esentata è insostenibile.

L'esenzione non può essere riconosciuta quando le azioni donate non consentono il controllo della società[2] e i donatari non hanno reso la dichiarazione di impegno a mantenere le azioni acquisite per i cinque anni successivi al trasferimento.

Tale assunto è stato statuito dalla Corte di Cassazione.

 

Il caso di Cassazione

Un notaio ha rogato l'atto con cui una persona fisica ha donato azioni di una società di diritto in favore di due figli e di tre nipoti[3], avendo ritenuto dette donazioni esenti da imposta ai sensi dell'art. 3, comma 4 ter, del d.lgs. 346/90[4].

Il fisco ha emesso un avviso di liquidazione dell'imposta di donazione sul rilievo che non ricorrevano i presupposti richiesti dal suddetto articolo per la fruizione dell'esenzione.

I giudici tributari di merito hanno respinto il ricorso del notaio ritenendo l'esenzione fruibile non solo in relazione al trasferimento di azioni di società residenti nel territorio dello Stato ma anche al trasferimento di azioni di società non residenti e tuttavia, per queste come per le prime, alle condizioni - non verificatesi nel caso di specie - che le azioni donate consentano il controllo della società e che i donatari rendano la dichiarazione di impegno a mantenere le azioni acquisite per i cinque anni successivi al trasferimento.

 

La decisione della Corte

Gli Ermellini, con la pronuncia citata, hanno precisato che l'esenzione non può essere riconosciuta, nel caso di specie, dato che le azioni[5] donate non consentono il controllo della società (né i donatari hanno reso la dichiarazione di impegno a mantenere le azioni acquisite per i cinque anni successivi al trasferimento).

La cessione contestuale del disponente di più quote societarie, per usufruire dell'esenzione, deve consentire che sia realizzato l'effettivo passaggio generazionale[6] dell'impresa conservandone l'unitarietà e la funzionalità mediante il totale trasferimento del controllo di diritto dai disponenti ai discendenti.

Solo mediante la detenzione del controllo è possibile influire sulle decisioni relative alla conservazione dell'azienda e alla gestione dell'impresa.[7]

Riconoscere l’agevolazione alle partecipazioni in società non residenti n