Proponiamo un ripasso della gestione del plafond IVA: dalla sua formazione, alle modalità di utilizzo fino alla dichiarazione Iva.
Puntiamo il mouse su 2 casi particolari: anticipi e acconti su fatture e dichiarazioni d’intento a cavallo d’anno.
La formazione del plafond IVA
Per la formazione del plafond IVA è necessario fare riferimento alle operazioni registrate nel registro delle fatture emesse, ex art. 23 DPR 633/1972:
- nell’anno precedente (plafond fisso);
- nei 12 mesi precedenti (plafond mobile).
Con questo criterio vengono semplificati gli adempimenti dei soggetti passivi, in quanto il plafond disponibile coincide con le risultanze contabili e con i dati in sede di dichiarazione annuale IVA.
Utilizzo del plafond IVA
L’utilizzo del plafond si verifica invece nel momento in cui l’operazione si considera effettuata ai fini IVA ex art. 6 DPR 633/1972, quindi indipendentemente dalla data di registrazione della fattura di acquisto o di annotazione della bolletta doganale di importazione.
Il momento di effettuazione dell’operazione si verifica:
- alla data di consegna o spedizione, per l’acquisto di beni “nazionali” (art. 6 comma 1 DPR 633/72);
- alla data del pagamento del corrispettivo, per le prestazioni di servizi