L’arte nella riforma fiscale: la tassazione delle opere d’arte

di Giuseppe Rebecca

Pubblicato il 30 marzo 2023

Con l'approvazione dell'ultimo disegno di legge delega al Governo per la riforma fiscale, tra le tante modifiche proposte segnaliamo quella relativa alla tassazione delle opere d'arte, di importanza rilevante per chi le acquista o le vende.
In particolare ci soffermeremo, a tal fine, sulla differenza tra collezionista e mercante d'arte.

La tassazione delle opere d'arte alla luce della riforma fiscale

riforma fiscale arteIl 16 marzo 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato, con procedura d’urgenza, un ennesimo disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale

Oltre alle modifiche proposte in generale per l’IRPEF e l’IRES, che costituiscono in ogni caso l'ossatura di questa riforma, vengono anche stabiliti i principi e rilevanti modifiche per la tassazione delle opere d’arte.

In particolare per le plusvalenze e le importazioni delle opere d’arte. Interventi che avranno impatto per tutti i soggetti che se ne occupano: collezionisti, galleristi, fiere e mercanti.

L’articolo 5 della bozza nota, Principi e criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche” alla lettera h), che riguarda i redditi diversi, all’ultimo punto (punto 3) così prevede:

“L’introduzione della disciplina sulle plusvalenze conseguite dai collezionisti, al di fuori dell’esercizio dell’attività d’impresa, di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione, nonché, più in generale, di opere dell’ingegno di carattere creativo appartenenti alle arti figurative escludendo i casi in cui è assente l’intento speculativo compresi quelli delle plusvalenze relative ai beni acquisiti per successione e donazione.”

Il successivo articolo 7, relativo all’IVA, alla lettera