Le considerazioni formulate dalla giurisprudenza e riferite ad ipotesi di reati tributari, per i quali incombe sull’amministratore di diritto l’onere della regolare tenuta delle scritture e del pagamento delle imposte, non possono essere automaticamente estese alla posizione di costui a fronte di condotte di riciclaggio e autoriciclaggio compiute dai gestori di fatto delle stesse società.
La responsabilità a titolo di concorso dell’amministratore di diritto non può derivare esclusivamente dalla assunzione della carica, poiché le condotte di sostituzione dei proventi illeciti punite dalla fattispecie di riciclaggio e autoriciclaggio costituiscono un quid pluris rispetto alle semplici attività di evasione fiscale e richiedono pertanto la prova, sotto il profilo soggettivo, di un concorso, quantomeno morale, da parte dell’amministratore di diritto e cioè la coscienza e volontà che la società verrà utilizzata anche per il compimento di tali attività, non bastando una generica consapevolezza della destinazione della struttura ad attività di elusione fiscale.
La Corte di Cassazione, Sez. Penale, ha chiarito alcuni importanti profili in tema di responsabilità penali dell’amministratore di diritto e dell’amministratore di fatto.
Amministratore fittizio e reati di riciclaggio e autoriciclaggio
Nel caso di specie, il Tribunale, collegio per il riesame delle misure coercitive, accogliendo l’istanza avanzata dall’imputata, aveva annullato l’ordinanza emessa dal GIP, con cui veniva applicata nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari, nella veste di soggetto indagato di avere partecipato ad un sodalizio criminale dedito alla commissione di più delitti di riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita, facendosi attribuire consapevolmente la fittizia carica di amministratore e socio unico, nonché liquidatore di alcune società a responsabilità limitata.
Il Tribunale osservava che non emergeva alcuna prova della condivisione da parte dell’indagata della finalità di agevolazione della commissione dei reati avuta di mira dai soci occulti e dai reali amministratori della società e che la relazione di coniugio con il coin