Segnaliamo il caso di un professionista nei confronti del quale sono stati contestati compensi non dichiarati, rilevati da documentazione extracontabile (block-notes).
Il caso di accertamento
Un avvocato impugnava l’avviso di accertamento, relativo all’anno d’imposta 2012, con il quale l’Agenzia delle Entrate, sulla base del p.v.c. redatto dalla G.d.F. e della documentazione extracontabile rinvenuta in sede di verifica, aveva accertato, con riferimento all’anno 2012, ai fini IRPEF e addizionali, un reddito di lavoro autonomo di euro 65.240,00.
Per quel che ci interessa in questa sede, il ricorrente riteneva che l’Ufficio avesse proceduto alla determinazione, per l’anno d’imposta 2012, degli stessi compensi accertati per il 2011 senza, tuttavia, esplicitarne le ragioni né giustificare tale scelta.
Inoltre, contestava la mancata valutazione critica dei dati e degli elementi forniti dalla G.d.F., non tenendo in considerazione che l’attività professionale era stata svolta senza autonoma organizzazione, non avendo dipendenti e utilizzando beni strumentali di modesto valore.
La C.T.P. adita accoglieva il medesimo limitatamente all’IRAP, per la quale affermava essere insussistente il presupposto impositivo.
La pronuncia veniva impugnata in appello.
I motivi della decisione della CTR
Quanto al merito, osserva la CTR che l’accertamento risulta fondato, fra l’altro, sull’acquisizione di due block-notes, costituenti documentazione extra contabile, contenenti, secondo i verificatori, l’indicazione dei compensi derivanti dall’attività professionale svolta.
E per i giudici del riesame, in presenza di ulteriori elementi espressamente indicati (omessa tenuta della contabilità; mancato invio della dichiarazione, discordanze tra il fatturato attivo acquisito in verifica e quanto rilevato dalla documentazione extracontabile rinvenuta nei block-notes, riportanti annotazioni per acconti e saldi ricevuti dal professionista da diversi clienti per prestazioni di servizio rese con conseguente diversa ricostruz
