La riforma della Riscossione (quadro sinottico)

La riforma della fiscalità italiana deve passare anche da quella della riscossione, in quanto in tale ambito il sistema appare fin troppo anacronistico e con troppi oneri a carico dei cittadini contribuenti. Ecco i suggerimenti dell’avvocato Maurizio Villani

L’attività di riscossione in tempi di emergenza da Covid…tra sospensioni e proroghe

riforma riscossioneL’emergenza pandemica ha imposto una serie di proroghe in merito alla notifica di atti impositivi e di cartelle di pagamento.

In particolare, in materia di riscossione, la prima sospensione è stata disposta dal ben noto Decreto “Cura Italia” a partire dall’8 marzo 2020 sino al 31 maggio 2020, termine successivamente e costantemente prorogato da numerosi decreti emergenziali.

E invero, l’ultimo provvedimento è riferibile al “Decreto Sostegni-bis” (DL n. 73/2021), convertito con modificazioni dalla Legge n. 106/2021, recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali”, che ha differito al 31 agosto 2021, il termine “finale” del periodo di sospensione delle attività di riscossione (che probabilmente sarà prorogata ulteriormente fino al 31 dicembre 2021).

In linea generale, la sospensione dei termini di versamento, in scadenza nel periodo dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021, ha riguardato le entrate tributarie e non tributarie derivanti da:

  • cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione;
     
  • accertamenti esecutivi emessi dall’Agenzia delle entrate (art. 29, D.L. n. 78/2010);
     
  • avvisi di addebito emessi dall’INPS (art. 30, D.L. n. 78/2010);
     
  • atti di accertamento emessi dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli ai fini della riscossione delle risorse proprie tradizionali e della connessa IVA all’importazione (art. 9, comma 3-bis, D.L. n. 16/2012);
     
  • ingiunzioni emesse dagli enti territoriali ai sensi del R.D. n. 639/1910;
     
  • accertamenti esecutivi emessi dagli enti locali (art. 1, comma 729, legge n. 160/2019);
Conseguentemente, a partire dal 1° settembre 2021, l’Agente della riscossione ha ripreso l’attività di notifica di cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento e le ordinarie procedure di riscossione, incluse quelle derivanti dalle verifiche effettuate dalle PA ai sensi dell’art. 48-bis del D.P.R. 602/73.

Tanto premesso, non può non rilevarsi che la sospensione dell’attività di riscossione non ha fatto altro che ingolfare ulteriormente la complessa e arrugginita macchina dello Stato, in cui il c.d. “magazzino ruoli” – la cui giacenza dei ruoli affidati all’agente della riscossione viaggia oltre la soglia dei mille miliardi – rappresenta un problema in progressiva crescita e che, alla luce delle ultime sospensioni emergenziali disposte, ha raggiunto dimensioni non più sostenibili e gestibili.

Tanto chiarito, le criticità di sistema relative alla riscossione dei debiti fiscali sono state sostanzialmente individuate in una generale frammentazione delle funzioni tipiche dell’Amministrazione fiscale tra più enti, con alcune sovrapposizioni di ruoli e responsabilità; all’accumulo dei debiti fiscali in mancanza di cancellazione delle posizioni non più riscuotibili; alla farraginosità del processo di riscossione, che si presenta eccessivamente macchinoso, imponendo azioni di recupero pressoché indistinte per tutti i carichi affidati all’Agente della riscossione, a prescindere dal loro importo e da una preliminare valutazione di solvibilità del debitore.

Tale impostazione, in altri termini, non consente di modulare le attività di recupero sulla base di una strategia volta a massimizzare l’efficacia dell’azione di riscossione. L’attuale sistema di riscossione coattiva necessita, dunque, di urgenti e radicali riforme.

Detta situazione è stata peraltro oggetto di attenzione e valutazione da parte della Corte Costituzionale con la recentissima sentenza n. 120/2021 la quale, nel pronunciarsi sulla vexata quaestio della legittimità o meno dell’aggio nell’esecuzione forzata tributaria, ha rivolto un monito incisivo al legislatore per un urgente intervento di riforma, in quanto <<la grave situazione di inefficienza della riscossione coattiva, che incide negativamente su una fase essenziale della dinamica del prelievo delle entrate pubbliche, non solo si riflette di fatto sulla ragionevolezza e proporzionalità dell’aggio, ma determina altresì una grave compromissione, in particolare, del dovere tributario.>>.

Peraltro, la necessità di <<un’ampia e organica revisione dell’intero sistema della riscossione per individuare soluzioni idonee a potenziare l’efficienza della struttura amministrativa e tutelare adeguatamente l’interesse dello Stato>> è stata altresì evidenziata dalla Corte dei conti anche sotto l’ulteriore punto di vista della dimensione dei residui attivi, impropriamente ritenuti di riscossione certa – anche a causa di difetti di gestione e di comunicazione dei dati –, che si riflettono in termini negativi anche sulla stessa affidabilità dei bilanci pubblici (Corte dei conti, sezioni riunite in sede di controllo, Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica approvato il 24 maggio 2021, pagina 140).

Ebbene, proprio in virtù dei numerosi e continui appelli al Governo affinché intervenga sempre di più con iniziative che vadano a soccorrere tale situazione ormai sicuramente al limite, la legge di bilancio 2021 (articolo 1, ai commi da 2 a 6) ha istituto un Fondo con una dotazione di 8.000 milioni di euro per l’anno 2022 e 7.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023 per interventi di riforma del sistema fiscale, da realizzare con appositi provvedimenti normativi.

Dunque, il piano di ristrutturazione del sistema di riscossione ad oggi prende sempre più forma e la meta sembra quasi raggiunta, soprattutto in vista delle ultime notizie fornite dal Governo, secondo cui il cantiere della riforma in parlamento dovrebbe chiudersi entro il 6 ottobre per consentire un anticipo di riforma già nella legge delega fiscale o nella legge di bilancio.

A questo punto, alla luce delle suesposte considerazione, e in vista di una ristrutturazione della materia della riscossione, con il presente contributo si intende evidenziare le principali criticità del sistema di riscossione italiano, fornendo, mediante un approfondimento del tema, possibili spunti di efficientamento per intervenire sui meccanismi attualmente in vigore.

A parere di chi scrive, l’argomento risulta essere molto delicato ed infatti, al fine di compiere tale obiettivo, si renderà necessario un confronto tra la posizione dell’Amministrazione Finanziaria e il contribuente.

Si ritiene, altresì, che, insieme alle auspicate e ben volute decisioni relative alla riforma della riscossione, si rende necessario, altresì, un ulteriore allungamento dei tempi per la ripartenza della riscossione, disponendo una sospensione della notifica delle cartelle fino al 31 dicembre 2021.

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Allegato

Quadro Sinottico Riscossione

 

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A cura di Avv. Maurizio Villani e Avv. Antonella Villani

Sabato 2 ottobre 2021

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