La consulenza tecnica d’ufficio è mezzo istruttorio sottratto alla disponibilità delle parti e affidato al prudente apprezzamento del giudice, rientrando nel suo potere discrezionale la valutazione di disporre la nomina dell’ausiliario.
La consulenza tecnica d’ufficio non può essere comunque utilizzata per sollevare la parte dall’onere della prova.
In tema di accertamenti, poi, ove il contribuente, rispondendo al questionario, fornisca prova analitica della natura delle movimentazioni sui propri conti, il giudice è tenuto ad una valutazione altrettanto analitica di quanto dedotto e documentato, non essendo a tal fine sufficiente una valutazione delle suddette movimentazioni per categorie o per gruppi.
La Corte di Cassazione ha affermato rilevanti principi attinenti al valore probatorio, in caso di accertamento bancario, in particolare in riferimento alla consulenza tecnica d’ufficio e al valore delle risposte date dal contribuente in sede di questionario.
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Il caso: accertamento per indagini finanziarie
Nel caso di specie, la Commissione Tributaria Regionale aveva respinto l’appello proposto dal contribuente avverso la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale, che ne aveva accolto solo parzialmente il ricorso contro avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate per l’anno 2008.
La somma originariamente contestata di Euro 46.175,00 era quindi stata ridotta ad Euro 29.900,00 dalla Commissione Tributaria Provinciale, che aveva preso atto di quanto avvenuto nel corso del procedimento di accertamento con adesione e del provvedimento di autotutela parziale.
Il giudice di appello rilevava, per quanto di interesse, che i versamenti confluiti sul conto corrente si presumevano rappresentativi di corrispettivi imponibili in forza di una (vincolante) valutazione legislativa, laddove il contribuente avrebbe dovuto offrire prova liberatoria contraria, dimostrando la riferibilità di ogn