Il CNDCEC e la FNC hanno aggiornato il documento sulla riforma del terzo settore con le previsioni normative esistenti, accogliendo le evoluzioni della prassi e della dottrina in materia, nonché integrando il testo, oltre che con le novità normative, anche con le disposizioni regolamentari degli aspetti tecnici e di attuazione degli strumenti operativi, richiesti dalla normativa e pubblicati nel corso del periodo che intercorre dalla data di pubblicazione della versione precedente alla versione odierna.
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha pubblicato insieme alla Fondazione Nazionale dei Commercialisti la terza versione della corposa circolare dal titolo “Riforma del Terzo settore: elementi professionali e criticità operative” aggiornato ad Aprile 2021.
Il contributo del Consiglio nazionale si pone come un riferimento tecnico ed operativo, anzitutto, per gli iscritti all’albo, chiamati in questi mesi ad accompagnare gli enti non profit nell’attuazione operativa della Riforma del Terzo settore, avviata nella passata legislatura con l’approvazione della legge delega n. 106, del 6 giugno 2016, e con l’emanazione dei richiamati decreti delegati, tra cui in particolare il d.lgs. n. 117 del 3 luglio 2017 recante il “Codice del Terzo settore” – CTS – .
La circolare si pone l’obiettivo di rappresentare un riferimento per tutti gli operatori del settore coinvolti a vario livello ad applicare le disposizioni attuative della Riforma, con l’auspicio di definire prassi condivise capaci di limitare le inevitabili incertezze che si presentano nell’adozione di una normativa per gran parte nuova ed innovativa.
Terzo Settore – le attività esercitabili: attività d’interesse generale e altre attività
La circolare della Fondazione evidenzia che l’attività svolta dagli ETS individuati dal CTS , in via esclusiva o principale, dovrà rientrare tra quelle qualificate come attività di interesse generale ed elencate all’art. 5 del CTS.
L’elencazione di 26 tipologie di attività è tassativa, nel senso che solo le attività elencate costituiscono attività d’interesse generale ai fini del Codice.
La lista comprende tutte le attività che già storicamente gli ETS svolgono ed include attività che possiamo definire nuove in cui gli ETS possono avere un ruolo fondamentale per la promozione dell’interesse generale come, ad esempio, la riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Tale elencazione, se pur disomogenea in termini di classificazione, è caratterizzata da categorie generali, da categorie più specifiche e da attività con specifici riferimenti normativi, con la conseguenza che può essere talvolta
difficoltoso circoscrivere il reale ambito di azione degli enti.
Attività di interesse generale previste dal Codice del Terzo settore
Gli enti del Terzo settore, diversi dalle imprese sociali incluse le cooperative sociali, esercitano in via esclusiva o principale una o più attività di interesse generale per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Si considerano di interes