L’INPS ribadisce che agli amministratori non spetta l’indennità di 600 euro per il mese di marzo (ma anche per aprile e per maggio).
La presa di posizione non convince, in quanto aderisce ad una tesi giurisprudenziale che guarda la natura del rapporto, invece di guardare la natura fiscale e previdenziale del compenso.
Nasce così il dubbio sulla debenza della contribuzione.
Bonus 600 euro per gli amministratori di società: l’INPS frena…
L’INPS sta respingendo le domande di indennità (bonus 600 euro) presentate dagli amministratori di alcune società.
(Per approfondire…“Bonus 600 euro per mese marzo si può richiedere fino al 3 giugno 2020”)
La risposta presenta il seguente tenore:
“La domanda è stata presentata per ART.27 Professionisti e lavoratori con rapporto CO.CO.CO, in realtà la sig.ra ………………, c.f. …………………. risulta iscritta alla Gestione Separata in qualità di amministratore, non di co.co.co, pertanto la domanda di bonus è stata respinta con la seguente motivazione.
La prestazione non può essere riconosciuta poiché, dai dati attualmente in possesso dell’Istituto, non risulta iscritto alla gestione separata come titolare di rapporto di collaborazione coordinata e continuativa”.
Nell’allegato 1 “Verifiche INPS art. 27 indennità gestione separata” del messaggio n. 2263 dell’ 1 giugno 2020, diffuso dall’INPS per fornire chiarimenti in merito alla gestione delle domande respinte e dei riesami delle domande per l’indennità prevista per il mese di marzo 2020, l’Istituto di previdenza si limita ad affermare quanto segue:
“Sono escluse, inoltre, tutte le figure che, pur obbligate alla contribuzione della Gestione separata, non sono state richiamate dalla norma stessa, come ad esempio tutte le cariche sociali (uffici di amministratore, sindaco o revisore di società, associazioni ed altri enti con o senza p