Il compenso professionale versato al socio dalla società è detraibile ai fini IVA?
Ai fini della valutazione di giudizio di congruità del compenso professionale rileva solo l’antieconomicità manifesta e macroscopica dell’operazione e dunque esulante dal normale margine di errore di valutazione economica, tale da assumere rilievo indiziario di non verità della fattura o di non inerenza della destinazione del bene o servizio all’utilizzo per operazioni assoggettate ad Iva.
La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 3414 del 12/02/2020, ha chiarito entro quali limiti l’Amministrazione finanziaria può procedere ad un giudizio di congruità, ai fini della detraibilità Iva, di costi considerati antieconomici.
Giudizio di congruità ai fini di detraibilità IVA di costi antieconomici: il caso
Nel caso di specie, una società immobiliare impugnava l’avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle entrate, per Irpeg, Irap ed Iva per l’anno d’imposta 2004, con cui l’Amministrazione aveva, tra le altre, contestato la deducibilità di costi di varia natura.
Nelle more del giudizio di primo grado, le parti conciliavano la controversia, limitatamente alle contestazioni ai fini delle imposte dirette.
La causa proseguiva quindi con riguardo ai rilievi ai fini Iva e, specificatamente, in relazione alla detraibilità dell’imposta afferente i compensi per prestazioni professionali erogate ad un socio, i compensi riconosciuti ad una società, nonché per i costi sostenuti a titolo di spese di rappresentanza.
Dichiarata la cessazione della materia del contendere quanto ai rilievi conciliati, l’impugnazione veniva, per il resto, rigettata dalla CTP di Milano.
La sentenza era poi confermata dal giudice d’appello. La contribuente proponeva infine ricorso per cassazione.
Per quanto qui di interesse, la ricorrente deduceva la violazione dell’art. 112 c.p.c. per omessa pronuncia sul motivo d’appello relativo alla violazione degli artt. 13 e 19 del Dpr. n. 633 del 1972, per non avere l’Ufficio riconosciuto la detraibilità dell’Iva sul compenso professionale riconosciuto al socio, sul presupposto della non congruità dei corrispettivi, in lesione del