Mauritius Leaks: è scandalo per uno dei paradisi fiscali più famosi al mondo

Tra email, contratti ed estratti conto bancari, sono più di 200.000 i documenti trapelati, in forma anonima, da uno studio legale internazionale.

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Sono costati l’apertura di un’indagine nei confronti di uno dei paradisi fiscali più noti, le isole Mauritius.

Circondate dall’Oceano Indiano, lontane più di 1000 km dalle coste del Madagascar, queste isole sono da tempo luogo di interesse per chi si occupa di finanza offshore.

Questa volta, però, la situazione sembra essere sfuggita al controllo. Infatti, in seguito alla fuga di notizie, l’International Consortium of Investigative Journalists ha fatto partire un’inchiesta, resa pubblica il 23 luglio 2019.

Grazie al lavoro di squadra del network internazionale, costituito da più di 220 giornalisti investigativi, situati in 80 paesi, che collaborano tra loro per la realizzazione di indagini accurate, si è potuto fare luce su ciò che sta accadendo a livello fiscale nelle isole Mauritius

 

Lo studio legale da cui sono trapelati i documenti è il prestigioso Conyers Dill & Pearman, specializzato in società offshore.

Presente dal 2009 sul territorio delle Mauritius, nel giro di una decina d’anni è stato in grado di diventare uno dei maggiori player nel panorama dei paradisi fiscali.

Ora i riflettori sono puntati su un grande numero di imprese occidentali con sede in Africa, Medio Oriente e Asia, che hanno portato avanti procedure di evasione fiscale, sfruttando proprio il sistema tributario delle Mauritius.

In particolar modo, le indagini hanno rivelato la creazione sulle isole di numerose società di comodo (shell companies), per evitare di pagare le tasse e massimizzare i profitti: un sistema poco etico, che contribuisce a mettere in ginocchio l’economia dei paesi in cui le società hanno sede, magari già di per sé in crisi, come nel caso dell’Africa.

Le ricerche portate avanti dai giornalisti sono state preziose: tra le società che hanno tentato di abusare dei vantaggi offerti dai paradisi fiscali compaiono nomi di rilievo, come Walmart e Whirlpool.

La Conyers Dill & Pearman ha dunque raccolto intorno a sé un gruppo di clienti di prima categoria a cui offrire i suoi servizi, come l’apertura di una shell company a partire da un canone di $ 3 620.

 

 

Lo scandalo dei Mauritius Leaks evidenzia quelli che sono i vantaggi del sistema tributario del paese, inserito nella lista grigia dei paradisi fiscali dalla Comunità Europea.

La meta attrae, infatti, da tempo numerosi imprenditori da ogni parte del mondo per l’apertura di una società offshore o per il trasferimento di capitali.

Per comprenderne i motivi, occorre fermarsi ad analizzare il sistema di tassazione delle isole.

Esso è basato sul world wide income: un principio secondo il quale i redditi dei cittadini residenti sono sempre tassati, sia che provengano dal paese stesso, sia che provengano dall’estero.

Invece, i redditi dei non residenti sono tassati soltanto se provengono dall’interno dello Stato.

Continuando a parlare di redditi tassabili, questi sono soggetti ad un’aliquota del 15%: percentuale che può scendere fino al 7,5% nel caso di imprese.

Coloro che percepiscono un reddito inferiore a 4 milioni di rupie l’anno, sono invece esenti dalla tassazione, come accade per i proventi che derivano dalla coltivazione della canna da zucchero e del tabacco.

 

 

In aggiunta a ciò, dobbiamo ricordare che negli ultimi anni le Mauritius hanno destato l’interesse degli investitori non solo per essere uno dei paradisi fiscali più noti nel mondo, ma anche per via della loro crescita economica. Questo dato è confermato dal loro PIL, in costante crescita da più di 30 anni.

L’economia del Paese si basa principalmente sull’agricoltura ma ci sono altri settori in forte crescita, come quello tessile, turistico e finanziario.

Quest’ultimo punto, in particolar modo, sembra funzionare, tanto che anche un triste episodio come i Mauritius Leaks ne rappresenta una prova: grazie a una bassa aliquota, garantita per i guadagni delle grandi società, le isole hanno attirato capitali da imprese, multinazionali e imprenditori di ogni parte del mondo.

 

Le isole Mauritius sono solo uno dei tanti paradisi fiscali che ogni anno vengono scelti dagli investitori di tutto il mondo, con l’obiettivo di migliorare il proprio business.

Se desiderate saperne di più, visitate il sito www.paradisi-fiscali.org.

 

 

Martedì 30 Luglio 2019

BSD paradisi fiscali