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➡️ Già diversi anni fa si era sentita l’esigenza di permettere la crescita degli studi professionali, di tutti i tipi: commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, notai, architetti, ingegneri, geometri e via discorrendo…
E infatti con la Legge di stabilità 2012 il Legislatore ha fatto un importante passo avanti consentendone la costituzione.
🧐 Da allora però questo tipo di società non ha avuto l’auspicato successo, per motivi già allora noti e facilmente individuabili: salvo rari casi possono avvalersi di questo tipo di società solo le nuove iniziative, oppure possono “trasformarsi” solo gli studi di grandi/grandissime dimensioni.
Gli studi già in essere invece, siano essi individuali (la maggior parte degli studi professionali in Italia) o costituiti nella forma di studio associato (equiparabile sostanzialmente alla società semplice), non possono avvalersene, in quanto:
– la trasformazione in senso tecnico non è possibile
– l’operazione consentita, il conferimento, è tassabile…😎 (sul valore normale dei beni conferiti ex art. 9 del TUIR) e pertanto troppo costosa nella generalità dei casi.
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E’ noto a tutti che gli studi professionali in Italia non hanno avuto l’evoluzione che ci si attendeva.
La costituzione delle STP sarebbe indubbiamente uno strumento che attraverso l’unione di più professionisti, possibilmente di tanti professionisti, permetterebbe una concreta evoluzione.
E’ evidente a tutti che l’unione di tante “teste”, anche appartenenti a diverse categorie professionali e che permetta anche l’inserimento di soci finanziatori farebbe progredire notevolmente gli Studi.
Diminuirebbe tantissimo il numero degli Studi singoli che peraltro hanno sempre più difficoltà a rimanere sul mercato, nel quale arrivano ormai anche concorrenti dagli altri Paesi dell’Unione. Non li si può “contrastare” con studi professionali individuali!!
Lo Stato dovrebbe aiutare concretamente questo passaggio e ciò che dovrebbe fare appare semplice:
consentire la “trasformazione” e/o il conferimento senza tassazione degli studi professionali, singoli o associati.
Ovviamente non dovranno essere consentiti salti d’imposta, è ovvio.
Ma il semplice conferimento di uno studio già esistente, a valori contabili, senza emersione di plusvalori o minusvalori NON COMPORTEREBBE ALCUNA SPESA PER LO STATO.
Si potrebbe obiettare che con le leggi attuali lo Stato potrebbe incamerare imposte ma è lampante che ciò non avverrà mai perché gli studi esistenti pur di non avere esborsi di questo tipo lasciano le cose come stanno, soprattutto in questo periodo di crisi. La situazione attuale lo dimostra senza alcuna ombra di dubbio.
E così non crescono loro … e non cresce lo Stato.
L’agevolazione, il passaggio “in esenzione” non comporterebbe alcuna previsione di spesa per il Bilancio statale.
La prospettiva di crescita dimensionale rappresenta anche un evidente freno alla possibile evasione fiscale.
In conclusione quindi a fronte di zero spese lo Stato avrebbe una serie di importanti risultati positivi tra i quali la crescita “dell’economia professionale” e la crescita degli imponibili fiscali dichiarati.
A costo zero! …che di ‘sti tempi è molto importante!
Roberto Pasquini
12 luglio 2019