è ammissibile ll sequestro preventivo del profitto illecito derivante da emissione di fatture per operazioni inesistenti; il profitto consiste nei guadagni, non esclusivamente patrimoniali, conseguenti al compimento della condotta illecita prevista dal delitto di emissione di fatture false
La Corte di Cassazione, Sez. III – con la sentenza n. 270 dell’8 gennaio 2018 – ha fornito elementi interpretativi volti a chiarire le modalità di individuazione dell’illecito profitto tratto dall’emittente di fatture per operazioni inesistenti e, quindi, della conseguente latitudine applicativa della misura ablativa della confisca per equivalenti di cui all’art. 12 bis del D.Lgs. n. 74/2000 (introdotto – con finalità di razionalizzazione sistematica – dal D.Lgs. n. 158/2015).
Come noto, l’istituto di cui all’art. 12 bis – già previsto in materia penale tributaria dall’art. 1, comma 143 della Legge n. 244/2007 e successivamente ricondotto nel dispositivo del D.Lgs. n. 74/2000 dal menzionato decreto di riforma – prevede che nel caso di condanna, anche su richiesta di applicazione della pena ex art. 444 c.p.p., per uno delitti tributari, è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo ovvero, quando essa non è possibile, la confisca dei beni di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto.
Premesso che – in estrema sin