Legge di bilancio 2018: i primi dubbi sulla rottamazione bis

la rottamazione bis inizia già a preoccupare i nostri lettori in quanto rischia di avere un impatto importante sull’attività di studio prossima ventura

Commercialista Telematico | Software fiscali, ebook di approfondimento, formulari e videoconferenze accreditateUna delle norme chiave del nuovo decreto, collegato alla manovra di bilancio 2018, è la riapertura della rottamazione delle cartelle esattoriali, sia con riferimento ai ruoli non rottamati con la vecchia disposizione normativa ad inizio anno che ai nuovi ruoli fino al 30/9/2017.

Per i contribuenti che risultano in difficoltà a pagare i propri debiti fiscali si tratta di un’ottima notizia, come in effetti si può desumere dall’adesione massiccia alla “prima rottamazione”.

L’incongruenza è che dopo la rottamazione sono arrivate norme molto stringenti in tema di liquidazioni IVA e di spesometro, quasi un contraltare per far vedere che il condono era un atto straordinario, giustificato anche dal fatto che Equitalia si sarebbe fusa nell’Agenzia delle entrate. Come illustrato anche al più basico dei corsi di scienza delle finanze, un condono (e la rottamazione è un condono  a tutti gli effetti) è nocivo perché incentiva i contribuenti a non rispettare le norme fiscali.

Oggi abbiamo un Fisco che anticipa gli avvisi bonari sugli omessi o carenti versamenti IVA, richiede uno spesometro ricco di troppi dati anche inutili, mette sotto stress professionisti e aziende e poi rinnova un condono.

Ora da professionista di base mi chiedo: ma perché anticipare gli avvisi bonari IVA per poi rottamare le cartelle? Offrire condoni reiterati (tra voluntary e rottamazioni ne ho contati 5 in pochi anni) incentiverà i contribuenti a non pagare. Immagino già il ragionamento dei clienti: “Anche se non pago l’IVA, ignoro l’avviso bonario, aspetto la cartella e la successiva rottamazione, tanto le sanzioni vengono sgravate”.

Chi è disposto a credere che questa rottamazione sarà l’ultima?

Forse sarebbe più semplice definire un sistema fiscale che non sia oppressivo con chi non riesce a pagare per problemi di liquidità: sembra un suggerimento basico, ma difficile da far recepire al legislatore. Nessuno dei miei clienti che non versano l’IVA ha piacere di versare in ritardo con ravvedimento o avviso bonario, maggiorando l’importo dovuto.

Spero inoltre, ma è una speranza che ritengo vana, che la nuova rottamazione sia gestita meglio a livello legislativo per non oberare gli studi professionali di ulteriore carico di lavoro difficile da retribuire. E’ ovvio che un contribuente che ha una sostanziosa posizione debitoria col fisco non è un cliente che possa essere solvibile per il professionista. Tuttavia, anche per deontologia professionale, è un cliente da seguire, spesso con particolare attenzione, per la posizione debitoria.

15 ottobre 2017

Lettera Firmata