per molti anni in Italia il conto economico e in molti casi il fatturato hanno ricoperto un ruolo da protagonisti dell’analisi dei risultati aziendali, come se del bilancio importasse solo la prima e l’ultima riga, dimenticando completamente come era stato raggiunto un determinato risultato sia in termini patrimoniali che finanziari; si è finito quindi con l’accettare di buon grado anche crescite di fatturato ottenute con un peggioramento del ciclo monetario netto e di conseguenza dell’indebitamento… proponiamo alcuni sviluppi dell’analisi sulla gestione di un’azienda, che possono essere utili per le opportune valutazioni strategiche
Molti di noi sono soliti tradurre in inglese il termine bilancio con balance sheet, in realtà la traduzione letterale di tale termine è: “stato patrimoniale”, quasi come se il conto economico “Income statement” o “Profits and Loss” assumesse un ruolo secondario.
Per molti anni in Italia invece il conto economico e in molti casi il fatturato hanno ricoperto un ruolo da protagonisti, come se del bilancio importasse solo la prima e l’ultima riga, dimenticando completamente come era stato raggiunto un determinato risultato sia in termini patrimoniali che finanziari. Si è finito quindi con l’accettare di buon grado anche crescite di fatturato ottenute con un peggioramento del ciclo monetario netto e di conseguenza dell’indebitamento.
Vediamo invece come uno stato patrimoniale contenga già un’ottima dose di informazioni talvolta sufficienti a determinare autonomamente la capacità (o forse sarebbe meglio dire l’incapacità) di accesso al credito.
Affrontiamo l’analisi evidenziando quelle che potrebbero essere delle spie da monitorare con cadenza almeno trimestrale.
Partiamo dalla “mamma di tutti gli indici”: il rapporto fra quanto ci hanno messo i soci (espresso dal patrimonio netto) e quanto ha investito l’impresa.
A tal fine si suggerisce di utilizzare quale denominatore… Continua nel PDF—>
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