i contribuenti minimi e forfettari dovrebbero rappresentare le difficoltà minori nella gestione degli adempimenti fiscali, tuttavia non è così… la gestone dei dati da fornire alle Casse di Previdenza è un problema che si presenta a cadenza annuale insieme alle dichiarazioni dei redditi
Stanno arrivando tantissime richieste di aiuto dai nostri lettori per la compilazione dei modelli relativi alle gestioni previdenziali dei professionisti minimi e forfettari, ripassiamo gli adempimenti…
Nota preliminare
Tenuto conto che ogni Cassa di previdenza professionale prevede regole diverse per il calcolo della contribuzione si consiglia vivamente di analizzare la documentazione della singola Cassa prima di procedere alla comunicazione e conteggio dei contributi dovuti per il 2017 sui redditi 2016.
Da dove nascono i dubbi?
Il dubbio nasce dalla dizione usata per i righi nel quadro LM.
Per i contribuenti minimi la prima parte del quadro LM prevede la definizione del reddito tassabile sommando i componenti positivi e detraendo i componenti negativi. Il risultato viene riportato nel rigo LM 6 denominato Reddito Lordo. Ricordiamo che il regime dei contribuenti minimi non prevede lo scomputo di oneri detraibili e deducibili, ma tiene conto – nella definizione del reddito imponibile – dei soli contributi previdenziali versati nell’anno: importo che va indicato in LM7. Sottraendo i contributi previdenziali dal reddito lordo si ottiene il reddito netto (rigo LM8) su cui si calcola l’imposta sostitutiva.
La definizione reddito lordo/reddito netto usata nel modello Redditi può creare confusione in quanto i contributi previdenziali si calcolano sul “reddito netto professionale” (tale è la dizione riportata nella modulistica delle Casse di previdenza), cioè quello che detrae i costi sostenuti per la gestione dell’attività e produzione del reddito. Dato che i contributi previdenziali non rappresentano spese di produzione del reddito, bensì normalmente oneri deducibili (art. 10 TUIR) per il calcolo della contribuzione il rigo di riferimento è LM 6, dopo di che bisogna seguire le istruzioni della modulistica di ogni singola Cassa (i calcoli a fini Enpam risultano tra i più complessi).
Per i contribuenti forfettari la gestione appare più ovvia, in quanto il rigo LM34 (denominato reddito lordo) riporta per esteso il reddito per calcolare i contributi INPS nel quadro RR. In tal caso è abbastanza evidente che tale rigo è quello rilevante per definire la contribuzione previdenziale sul reddito.
Segnaliamo anche la parte II di LM riporta le diciture “Reddito Lordo” (LM34) e “Reddito netto” (LM36 – al netto dei contributi pagati nel 2016 e scomputabili ai fini dell’imposta sostitutiva).
Ricordiamo che il reddito dei contribuenti forfettari è determinato in percentuale del fatturato, pertanto per tali contribuenti non è determinato il reale reddito prodotto.
24 luglio 2017
Luca Bianchi