Il problema del godimento personale/familiare dei beni dell’impresa

per contrastare il fenomeno delle società di comodo, le manovre dell’estate 2011 sono intervenute anche su quei beni societari che sono concessi in uso personale all’imprenditore

Aspetti generali

In funzione di contrasto ai fenomeni di diffusa evasione fiscale, con particolare riguardo alla «infedeltà» tributaria delle persone fisiche slegata da una attività economica formalmente esercitata (o comunque a prescindere dallo svolgimento di un’attività economica), il legislatore ha introdotto alcuni «dispositivi», orientati a escludere l’utilizzo «abusivo» dei regimi fiscali di impresa per la fruizione privata / familiare di beni (normativa speciale sulle società non operative), nonché a penalizzare il possesso di beni e/o servizi, che vengono assunti quali fatti-indici di capacità contributiva nell’ambito di forme di accertamento che superano il dato formale/dichiarativo, ricostruendo il reddito – appunto – sulla base delle spese e degli investimenti a carattere privato (accertamento sintetico «puro» e «redditometrico»).

La c.d. manovra di ferragosto 2011 è intervenuta, in un contesto normativo generale nel quale figura peraltro l’inasprimento delle norme sulle società di comodo (presunzione di non operatività per le società in perdita strutturale ed elevazione alle stesse dell’aliquota IRES, fatta salva la possibilità di chiedere e ottenere la disapplicazione mediante istanza all’Agenzia delle Entrate), prevedendo peculiari conseguenze in caso di destinazione dei beni d’impresa alle esigenze personali e/o familiari dell’imprenditore.

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