Nel pieno di una complessa stagione turistica, vediamo quali possono essere i corretti modi per la gestione dell’immobile ad uso hotel e della relativa azienda alberghiera: può convenire separare la proprietà dalla gestione
Articolo tratto da Blast – Quotidiano di Diritto Economia Fisco e Tecnologia, il nuovo Quotidiano diretto da Dario Deotto
Le aziende alberghiere si distinguono dalle altre tipologie, in particolare anche e soprattutto per la componente immobiliare, oltreché per altri fattori quali la location e la stagionalità (in certe aree geografiche).
Tale componente immobiliare risulta infatti sia “banalmente” essenziale per lo svolgimento dell’attività, sia estremamente importante per l’ingente valore patrimoniale intrinseco. Valore molte volte rilevante per ciò che esso rappresenta anche a livello emotivo, umano e familiare, in relazione ai grandissimi sacrifici attuati dalle generazioni precedenti, che spesso hanno speso la propria vita all’acquisizione del a volte ingente patrimonio. Che, necessariamente, deve essere tutelato.
Ciò si ottiene, semplicemente, separando la proprietà dell’azienda (muri e beni aziendali) dalla gestione operativa. Questo assetto garantisce protezione patrimoniale, efficienza fiscale e flessibilità strategica, favorendo la prosperità nel tempo.
I due o tre livelli funzionali
Normalmente la struttura prevede non solo due, ma spesso anche tre (ed oltre) livelli funzionali, costituiti il primo da una società proprietaria dell’azienda o dell’immobiliare (di solito SNC o SAS), che concede in affitto l’azienda o in locazione l’immobile stesso; il secondo da una SRL operativa, che gestisce l’hotel, assumendo il rischio d’impresa; e