Il rispetto della privacy sul lavoro è cruciale nell’era digitale. I datori di lavoro devono bilanciare l’uso degli strumenti informatici con la tutela dei dati personali dei dipendenti.
Scopriamo le implicazioni di una recente decisione del Garante per la privacy e quali sono i limiti nell’accesso alle email aziendali, soprattutto dopo la cessazione del rapporto di lavoro.
Privacy sul lavoro: limiti nell’accesso alle email aziendali dopo la cessazione del rapporto
L’era digitale in cui stiamo vivendo invita a riflettere sulle questioni connesse al rispetto del diritto alla riservatezza sui luoghi di lavoro. Entro quali limiti i datori possono servirsi degli strumenti informatici, per la buona gestione delle attività aziendali, senza rischiare di intaccare la sfera della privacy di chi lavora in ufficio? E quali sono le regole in materia di accesso agli account e mail aziendali, specialmente dopo la fine di un rapporto di lavoro?
A tali domande ha dato interessanti risposte il Garante per la Privacy. Ripercorriamo allora i punti chiave della disputa e vediamo insieme il ragionamento compiuto dall’Authority per giungere ad una decisione che, oltre a statuire sul caso concreto, è altresì significativa per una pluralità di situazione analoghe.
La vicenda e il reclamo del lavoratore
Un agente di commercio ha presentato un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali, che è stato così chiamato a esprimersi sul comportamento adottato dalla società con cui l’agente aveva intrattenuto un rapporto di collaborazione.
Come emerso nel corso del procedimento presso l’Authority, la società aveva compiuto il backup della posta elettronica attraverso un software ad hoc. Grazie a questo meccanismo, era stato possibile conservare – per un lungo periodo di tempo – sia i contenuti che i log di accesso alla email e al gestionale a