Il mutato contesto economico del 2024 sta facendo salire, seppur di poco, il tasso di default delle imprese italiane: ecco dati e prospettive per fine anno.
Il tasso di default delle imprese sfiora il 2,39% nel 2023 e per il 2024 potrebbe sfiorare il 3,5%. A condizionare l’andamento economico delle aziende è il contesto di pesante incertezza economica nazionale e globale che stiamo attraversando.
Nel corso del 2023, tra l’altro, è cresciuto del 5,4% il numero dei finanziamenti che sono stati erogati alle imprese: a trainare sono principalmente quelli delle società di capitali – che hanno registrato un +8,7% -, ma diminuisce la propensione a indebitarsi per degli importi elevati.
Questi dati sono stati messi in evidenza dall’Osservatorio sulle Imprese realizzato da CRIF, il quale, periodicamente, scatta una fotografia dei principali indicatori relativi all’andamento del credito.
Ma entriamo un po’ di più nel dettaglio.
Aumenta il tasso di default delle imprese italiane
Gli imprenditori e le PMI italiane stanno pagando dazio all’elevato livello dei tassi – che è stato confermato dalla BCE nel corso degli ultimi mesi – e a un’economia globale che risulta essere in lenta ripresa, condizionata, a sua volta, dagli strascichi degli effetti della pandemia e dalle variabili geopolitiche determinate dai conflitti in corso.
Andando ad analizzare la rischiosità del credito, dopo un periodo contraddistinto da una discesa dei tassi di default, dal 2022 la situazione è letteralmente cambiata. Si è iniziato ad assistere a un rialzo del tasso di default medio delle imprese italiane, anche se, nel 2023, l’andamento si è leggermente attenuato. Continua a crescere il ricorso al credito negli ultimi dodici mesi rispetto al 2022.
Questi risultano essere alcuni dei dati che sono stati messi in evidenza dall’Osservatorio delle Imprese che è stato realizzato da CRIF, che periodicamente effettua un’analisi dei principali indicatori relativi all’andamento del credito prendendo come campione qualcosa come 2,5 milioni di imprese.
Aumenta la rischiosità delle aziende
I tassi di default delle imprese, dopo un lungo periodo di discesa, hanno iniziato ad aumentare. Il punto minimo è stato registrato nel 2021, determinato dalle misure a sostegno governativo in risposta alla pandemia di Covid 19. A dicembre 2023, invece, il tasso di default medio delle imprese è salito al 2,39%.
Più precisamente il 2023 si è chiuso:
- al 2,49% per le imprese individuali;
- all’1,62% per le società di persone;
- al 2,58% per le società di capitali.
Una minima inversione di tendenza si era registrata nel corso del 2022, quando il trend aveva iniziato ad aumentare anche se lentamente. Per il 2024, CRIF Ratings, agenzia di rating del credito autorizzata da ESMA, prevede che il tasso di default delle società di capitali possa aumentare e attestarsi attorno al 3,5%.
Le possibili cause
“La crescita del tasso di default sarà influenzata dal permanere di un contesto di instabilità a livello globale e da uno scenario economico domestico ancora fragile – commenta Luca D’Amico, CEO di CRIF Ratings -.
In particolare, i fattori rilevanti che potrebbero avere impatti sulla rischiosità delle imprese sono l’evoluzione delle tensioni in Medio Oriente, le decisioni da parte delle banche centrali in termini di politica monetaria su cui si intravedono i primi segnali di possibile allentamento nei prossimi mesi, l’esito delle elezioni negli Stati Uniti e del Parlamento Europeo, la traiettoria economica e politica della Cina”.
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Crescono i finanziamenti erogati alle imprese
Passando, invece, al capitolo dei finanziamenti, nel corso del 2023 quelli erogati alle imprese sono cresciuti del 5,4% rispetto al 2022. La crescita dell’importo finanziato, invece, risulta essere stata più contenuta e si è attestata all’1,7%.
Questi trend, sostanzialmente, mettono in evidenza una maggiore necessità di credito delle imprese rispetto al 2022. Anche se è percepita una minore propensione a indebitarsi per degli importi elevati: una scelta determinata dai maggiori costi.
“L’intensità della risalita dei tassi di default non è stata omogenea a livello settoriale – si legge nel report Crif -.
Mentre i settori più resilienti hanno mostrato una certa stabilità, altri hanno evidenziato un trend di forte rialzo con incrementi intorno al punto percentuale negli ultimi 18 mesi.
Guardando alle società di capitali, tra i settori che hanno già superato la soglia del 3% di tasso medio di default a fine 2023, si evidenziano in particolare: Leisure (3,86%), Trasporti e Logistica (3,64%), Costruzioni (3,20%) e Commercio di autoveicoli (3,07%)”.
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Pierpaolo Molinengo
Sabato 20 Aprile 2024
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