Analizziamo l’applicazione delle convenzioni contro le doppie imposizioni al contribuente italiano che presta lavoro all’estero. L’incrocio fra le norme OCSE e quelle nazionali, come nel caso delle retribuzioni convenzionali, appare complesso.
La Cassazione è intervenuta con alcune recenti sentenze a chiarire la corretta interpretazione dell’art. 15 del modello OCSE delle Convenzioni contro le doppie imposizioni; tuttavia, per effetto del decreto attuativo della riforma della fiscalità internazionale, lo scenario potrebbe cambiare.
Le sentenze del primo marzo 2024: il lavoro svolto all’estero dal residente italiano
Con tre sentenze “gemelle” depositate il 1′ marzo 2024 (nn. 5524, 5530 e 5558), la Cassazione è ritornata sull’interpretazione dell’articolo 15 delle Convenzioni contro le doppie imposizioni, in tema di tassazione del lavoro subordinato.
L’articolo è riprodotto senza particolari modifiche anche nella Convenzione, conclusa nel 1994 (e ratificata con L. 12 marzo 1996, n. 174), tra l’Italia, Stato di residenza del contribuente (controricorrente) e il Kazakistan, Stato in cui era stata svolta la prestazione lavorativa.
La sentenza di appello, sulla premessa che il contribuente avesse dimorato all’estero per più di 183 giorni e che quindi n