Registrare una conversazione tra colleghi o superiori con lo smartphone può sembrare una soluzione per tutelarsi, ma è sempre lecito? La giurisprudenza consente eccezioni, ma attenzione: il rischio di violare la privacy e subire sanzioni disciplinari è concreto. Ecco cosa sapere per non trasformare una prova in un boomerang.
Registrazioni sul lavoro tra colleghi e superiori: rischi e limiti disciplinari
È legale registrare una conversazione tra colleghi o superiori sul posto di lavoro? Scopri cosa dice la Cassazione, quando è ammesso farlo e quali rischi si corrono
Con un comune smartphone oggi è possibile registrare facilmente, e di nascosto, le conversazioni tra superiori o colleghi di lavoro. Ma è legale farlo o ci sono rischi di subire una sanzione disciplinare da parte del datore? Nel mondo dell’occupazione le tensioni in ufficio non sono infrequenti e – ad esempio – c’è chi potrebbe pensare all’opportunità di conservare una prova delle dichiarazioni orali di un collega, considerato responsabile di atti di mobbing. Al contempo registrare le conversazioni – all’insaputa dell’interlocutore e quindi senza il suo consenso – potrebbe contrastare con la tutela del diritto alla riservatezza delle comunicazioni.
Perciò, come stanno realmente le cose? Se e in che modo un lavoratore subordinato è autorizzato a registrare qualcuno mentre parla in corridoio, presso la sua postazione di lavoro o in qualsiasi altro luogo in azienda? Proviamo a fare chiarezza considerando l’indirizzo giurisprudenziale della Cassazione.