Il conferimento della clientela e dell’avviamento di uno studio professionale solleva questioni fiscali fondamentali, ora chiarite da recenti interventi normativi.
Si conferma che la clientela segue la stessa logica dell’avviamento aziendale, garantendo continuità fiscale nella società conferitaria. Anche gli immobili ad uso promiscuo conferiti nella società tra professionisti possono generare implicazioni fiscali rilevanti, influenzando la gestione del reddito e il valore patrimoniale.
Un tema complesso che merita attenzione per evitare sorprese fiscali e ottimizzare la gestione del passaggio dallo studio individuale alla società.
Il conferimento della clientela e degli immobili nello studio professionale: implicazioni fiscali e normative
Il conferimento della clientela e il riconoscimento dell’avviamento
In ordine all’operazione di conferimento, al pari delle altre vicende circolatorie neutre dell’azienda, si poneva, sino alla dirimente previsione normativa introdotta con la riforma fiscale all’art. 176 TUIR, il problema del trapasso dell’eventuale avviamento pregresso contabilizzato nello stato patrimoniale del conferente alla luce delle ristrettive prese di posizione dell’Amministrazione finanziaria, la quale sin dal 2010 (circolare n. 8/E del 4 marzo 2010) ha continuato ad escludere il trasferimento dell’avviamento in occasione del conferimento dell’azienda.
I motivi di dissenso a tale chiusura di trapasso dell’avviamento nel caso dell’operazione di conferimento vengono supportati dalla specifica lettera normativa legislativamente usata nell’art. 176, in virtù della quale si viene a registrare l’integrale subentro della società conferitaria in ognuno degli elementi dell’attivo e del passivo dell’azienda, in una sorta di collegamento staticamente contabile con la mera struttura ragionieristica della situazione patrimoniale di chiusura raffigurante l’azienda conferita.
Elemento dell’attivo e del passivo, si sottolineava, costituisce un riferimento legislativo volutamente agnostico, del tutto affrancato da qual