Il nostro sistema giuridico, pur non definendo l’impresa, regola le dinamiche societarie, offrendo strumenti per comprendere l’attività economica, sia individuale che collettiva. L’assemblea dei soci, fulcro della gestione aziendale, può però trasformarsi in un’arena di conflitti, dove i soci di minoranza, in situazioni di crisi, sfruttano i loro diritti per intraprendere azioni di disturbo contro amministratori e maggioranza.
Tali azioni, spesso volte a ostacolare la gestione o influenzare le decisioni collettive, possono compromettere la stabilità della società e generare tensioni interne. Dalla richiesta di convocazione dell’assemblea per fini ostruzionistici all’uso strumentale del diritto di voto, i soci di minoranza dispongono di leve che, se abusate, possono danneggiare l’organizzazione.
Come può la maggioranza rispondere a queste pressioni senza aggravare il conflitto? Analizziamo le dinamiche dell’assemblea e le reazioni legali possibili per salvaguardare l’equilibrio e la stabilità aziendale.
Il nostro sistema giuridico non offre una definizione giuridica di impresa, ma fornisce una definizione di imprenditore. Secondo l’articolo 2082 del codice civile:
“è imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata, al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi”.
Dalla formulazione della norma si può dedurre che l’impresa rappresenta un’attività economica organizzata finalizzata alla produzione o allo scambio di beni e alla fornitura di servizi.
L’attività d’impresa può essere svolta sia in forma individuale che collettiva, cioè da più soggetti riuniti in società. Pertanto, la società può essere vista come una modalità di esercizio collettivo dell’attività d’impresa tramite la stipula di un contratto sociale volto al conseguimento di interessi comuni.
Tuttavia, escludendo la formula della società a socio unico, le società pluripersonali sono costituite da almeno due soci. In questo contesto, si osserva generalmente che il capitale sottoscritto dai partecipanti, soprattutto nelle società di capitali, si divide in due gruppi: il gruppo di maggioranza o dominante e il gruppo di minoranza. Questa divisione può talvolta generare problematiche gestionali per il gruppo dominante.
La società
Come già menzionato, il codice non fornisce una definizione esaustiva di società. Tuttavia, l’articolo 2247 offre una delle definizioni più rappresentative del fenomeno societario, stabilendo che:
“Con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili”;
quindi, lo scopo delle società è quello di conseguire profitto destinando ai soci gli utili derivanti dall’attività economica oggetto della società stessa.
Esistono diversi motivi per cui si può scegliere la forma societaria per svolgere un’attività economica, ma i principali sono essenzialmente due:
- la possibilità di disporre di un capitale maggiore grazie ai conferimenti